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Pensioni, lavoro, questione esodati, l'impegno Ugl e tutti i chiarimenti

Riforme pensionistiche a go-go, dal 2010 si susseguono cambiamenti mentre le aziende sfruttano il sistema previdenziale per mettere a posto i loro conti creando la questione degli ESODATI.
Il tema del giorno sembra essere divenuto la questione dei lavoratori esodati, che però resta integralmente sul tappeto visto che il Governo si è riservato di verificare i "numeri", per dare una risposta all'intera platea dei lavoratori cessati dal servizio mediante la sottoscrizione di un esodo anticipato dal lavoro, rispetto alla naturale decorrenza dell'assegno pensionistico (anche di 2/3 anni).
Fra le aziende, quella che si è distinta più delle altre nel riformare il "costo del lavoro" con il ricorso agli esodi volontari è Poste Italiane (inserita nel sistema Confindustriale) che ha creato un grosso problema, suscitato dalla riforma pensionistica del dicembre scorso (decreto SalvaItalia) con cui si è sostanzialmente ridescritto il sistema previdenziale italiano.
Fin da dicembre scorso l'Ugl si è attivata per dare un contributo risolutore al problema delle pensioni sorto dopo il decreto "Monti", promuovendo iniziative comuni con le altre OO.SS. (Cisl, Cgil, Uil), manifestando davanti alle sedi governative, portando in piazza i lavoratori ed i pensionati; l'unica cosa che non abbiamo fatto è stata quella di alimentare il lobbismo o cavalcare il problema per arraffare future "tessere" di "pensionati".
Attraverso il nostro impegno siamo riusciti a modificare (... anche con l'impegno dei Parlamentari di maggioranza) il testo del decreto SalvaItalia, suggerendo modifiche sul tema dei lavoratori esodati per salvaguardare l'intera platea e chiedendo alle aziende di intervenire, per concordare con il sindacato soluzioni alla questione sociale nata dalla rincorsa ad incrementare gli esodi volontari, mediante continue convocazioni dei lavoratori prossimi alla pensione e l'offerta di un "esodo incentivato".
Fin dalle prime modifiche previdenziali (scalino o scalone) abbiamo suggerito ai lavoratori di essere diffidenti rispetto alle proposte aziendali che miravano solo a raddrizzare i loro conti, piuttosto che a dare soddisfazione ai dipendenti.
Adesso facciamo i conti con un problema su cui il "Governo" dei "tecnici", sostenuto da tutti gli schieramenti politici, si muove con lentezza facendo conti... su conti... (l'ultima sanatoria sui lavoratori esodati, per mantenere i requisiti previdenziali antecedenti al decreto "SalvaItalia" non ha disdetto l'obbligo di conseguire la pensione entro i 24 mesi successivi all'emanazione del decreto).
Occorre fare di più, ma il Governo si è riservato di rispondere..., nel frattempo non dimentichiamo che occorre affrontare radicalmente il problema degli "ammortizzatori sociali" in Poste Italiane, visto che l'azienda non potrà più fare ricorso al "Fondo di Solidarietà", a meno di attivare nuovi accordi sindacali ed avviare l'iter d'istituzione di un nuovo "Fondo", ma per fare ciò l'azienda deve fare chiarezza sui "numeri" delle risorse umane riprendendo il dialogo sociale con il sindacato che NOI siamo pronti ad affrontare, senza porre condizioni pregiudiziali.
In ultimo, ma non in ordine d'importanza, c'è il tema del "LAVORO" che non c'è, dell'eccessivo precariato, dell'abuso dei contratti part-time (personale insostituibile nelle attuali carenze... ma a mezzo servizio).
Il tema del lavoro è quello centrale per lo sviluppo del paese, insieme a quello dei salari, della fiscalità, delle pensioni e di una diversa politica dei redditi che elimini le attuali eccessive sperequazioni fra la "casta" dei potenti e la condizione dei lavoratori più in generale, per un nuovo "Patto" per l'Italia che dia certezze ai giovani e tranquillità agli "anziani".