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Poste: Slc Cgil, su liberalizzazione serve confronto con Sarmi e Governo

Management chiarisca target, no a tentazione di fare banca Roma, 10 gen - "Si e' riaperto, con la segnalazione dell'Antitrust, il dibattito sul tema della separazione del modello societario di Poste italiane. E lo si e' aperto con una ambiguita' di fondo, ovviamente incoraggiata dalle scelte del management di fare di Poste un gruppo sostanzialmente focalizzato sull'attivita' bancaria". Lo afferma la Slc Cgil in una nota, dopo la segnalazione dell'Antitrust sulle liberalizzazioni che coinvolge anche Poste Italiane. L'ipotesi di scorporare BancoPosta "rischia di mettere in discussione sia l'unitarieta' dell'insieme della filiera, ovvero l'intreccio stretto fin qui realizzato tra servizi bancari, assicurativi, commerciali e sistemi di pagamento da una parte, e servizi di logistica e recapito dall'altro, che la sostenibilita' finanziaria del gruppo stesso. Il Governo - continua il sindacato - non puo' affrontare questo tema come un semplice dossier dal titolo 'liberalizzazioni' perche', ad oggi, il mestiere di Poste e' diverso da quello delle banche. Certo, c'e' spazio per una discussione di merito sulla neonata Banca del Mezzogiorno, perche', cosi' come concepita, e mai chiarita fino in fondo, e' un istituto che dovrebbe svolgere l'attivita' di mediocredito, tipica del sistema bancario. E' necessario che il management di Poste chiarisca bene i suoi obiettivi lasciando perdere la tentazione di 'fare banca' che non e' il suo mestiere". Il sindacato chiede infine un confronto con l'amministratore delegato di Poste, Massimo Sarmi, "anche perche' siamo preoccupati per la persistente sottovalutazione dell'azienda sul servizio di recapito" e al ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera.