Genova - Trentamila “bollette” al mese sono un’enormità, ma diventano un macigno grande come una montagna se caricato sulla schiena di quello che è poco più di un manipolo di uomini. Trenta persone, tanti sono i messi notificatori delle Poste italiane, ovvero i postini abilitati dal sindaco in persona, al termine di un corso, a consegnare atti ufficiali.
Ebbene saranno anche loro, oltre a tutti quelli che ogni giorni passano sulla Sopraelevata, a sopportare il peso del Tutor, l’instancabile occhio elettronico che, a partire dalla terza settimana di febbraio, misurerà la velocità media di auto e moto - e multerà senza pietà chi sgarra - sulla strada Aldo Moro. Perché alla fine della lunga catena che inizia dalla fotografia della targa ci sarà sempre un uomo, a consegnare le “bollette” a casa dei genovesi.
Un uomo che già faceva estrema fatica a star dietro alla mole già esistente - circa 600 mila verbali in un anno - e che adesso rischia di essere travolto. Per questo le Poste sono mobilitate, da tempo, e studiano la creazione di una task-force: una ventina di rinforzi da inserire nella squadra, per sostenere gli attuali “messi”, che in una settimana consegnano, ognuno, almeno cinquecento documenti.