Un… sacco di suggerimenti, in vista della Befana. È quello che l'Autorità garante della concorrenza e del mercato, ora presieduta da Giovanni Pitruzzella, ha preparato per i presidenti del Senato Renato Schifani e della Camera Gianfranco Fini nonché per il Governo, pensando in particolare al premier Mario Monti e al ministro a Sviluppo economico, infrastrutture e trasporti Corrado Passera. Articolato in 92 pagine, si intitola “Proposte di riforma concorrenziale ai fini della legge annuale per il mercato e la concorrenza anno 2012”.
Aprendo un fronte ad ampio raggio, che va dai servizi pubblici locali ai trasporti, dalle banche all'energia, fino alle professioni e alla semplificazione dell'attività amministrativa. Fronte volto -spiega una nota- “a rimuovere ogni ostacolo all'apertura dei mercati, per meglio promuovere la concorrenza, la competitività e la crescita del Paese”.
Un ampio sguardo è riservato al settore postale, “oggetto -precisa la relazione- di numerose segnalazioni e di vari interventi istruttori da parte dell'Autorità nel corso degli ultimi anni, tutti finalizzati ad assicurare l'effettiva apertura alla concorrenza dei relativi mercati in un contesto normativo e regolamentare ritenuto per molti aspetti incoerente con tale obiettivo e spesso non conforme al relativo quadro comunitario di liberalizzazione”.
Andando nel dettaglio, secondo l'Agcm “è necessario delimitare il perimetro del servizio universale limitandolo esclusivamente a quei servizi essenziali che l'utente non sarebbe altrimenti in grado di acquistare a titolo individuale”. Il richiamo è alla “bulk mail”, ossia agli invii di corrispondenza in grandi quantità, che costituiscono un supporto “già reso da diversi operatori concorrenti a Poste italiane e nell'ambito del quale potrebbe svilupparsi una vivace concorrenza a favore di tutta la collettività”. La separazione tra prestazioni riservate e non sarebbe determinata periodicamente dall'Autorità di regolazione preposta, ossia -secondo il cambio di marcia introdotto un mese fa- dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni.
L'Antitrust suggerisce una modulazione flessibile, “prevedendo un obbligo di valutazione, secondo criteri di efficienza e qualità del servizio, anche in aree geografiche disagiate, in sede regolatoria. Con una maggiore concorrenza e possibilità di scelta dovrebbe, infatti, potersi disporre di maggiore flessibilità -in termini di suddivisione per aree geografiche e/o per prodotti/servizi- per determinare il meccanismo più efficiente e appropriato per garantire l'offerta del servizio universale”.
Inoltre, andrebbe ridotta la durata dell'affidamento del servizio stesso a Poste italiane, attualmente fissata a quindici anni, prevedendo per il futuro un processo di selezione ad evidenza pubblica.
Un aspetto riguarda l'iva: non bisognerebbe applicarla alle prestazioni i cui requisiti siano oggetto di negoziazione individuale. Ora, infatti, l'operatore postale universale gode di “un ingiustificato vantaggio competitivo nei confronti dei suoi concorrenti”, producendo una “distorsione di particolare gravità”.
Quanto al Bancoposta, “occorre prevedere la costituzione di una società separata”, che abbia come oggetto sociale lo svolgimento delle pratiche bancarie a pieno titolo e che risponda ai requisiti della normativa settoriale contenuta nello specifico testo unico. Oggi “è un'attività priva di una veste societaria distinta da Poste italiane spa che non è qualificabile alla stregua degli operatori bancari soggetti alle regole di vigilanza dell'Autorità competente, né è in grado di svolgere attività di finanziamento in proprio sul mercato, né opera in piena integrazione con le banche nel sistema dei pagamenti”. E “la mera separazione contabile non appare adeguata allo scopo di garantire una piena trasparenza”.