Milano - Occupazione a rischio per i lavoratori lombardi delle Poste Italiane, a causa delle liberalizzazioni decise dal governo. A lanciare l'allarme è il sindacato di categoria Slp Cisl regionale. “Nell’ormai imminente decreto sulle liberalizzazioni dovrebbe rientrare anche Poste - sottolinea Giuseppe Marinaccio, segretario generale Slp Cisl Lombardia -. Gli effetti prevedibili e certi sono la contrazione dell’occupazione il peggioramento dei servizi per i cittadini e per le imprese, soprattutto in una regione come la Lombardia”. “L'attuale assetto di Poste nella regione garantisce utili per l’Azienda e per lo Stato, e un posto di lavoro a circa 22 mila famiglie in Lombardia - aggiunge - .La separazione del Bancoposta dal settore Corrispondenza comporterebbe per cittadini ed imprese una limitazione del servizio e ulteriori oneri per lo Stato, con la probabile eventualità di cassa integrazione (da istituire anche per Poste) a sostegno di esuberi che si verrebbero a generare in entrambi i settori”. Secondo il sindacato, una simile scelta andrebbe in direzione opposta alle necessità primarie di un momento tanto delicato per il paese: sviluppo e occupazione. “L'attuale assetto di Poste deve essere salvaguardato come azienda unica che garantisce utili allo Stato e salvaguardia dei livelli occupazionali - conclude Marinaccio -. Lasciare a Poste solo il settore Corrispondenza vorrebbe dire accrescere ulteriormente disoccupazione e precarietà, quel flagello della nostra società che in tutti i modi si sta tentando di combattere”.