Altroconsumo sta segnalando e censurando il comportamento di Poste Italiane relativo alle variazioni dei tassi d'interesse. L'associazione dei consumatori "Altroconsumo" segnala dal suo sito web ed attraverso le sue riviste periodiche un comportamento ingiustificabile di Poste Italiane.
Infatti l'azienda sta informando i suoi correntisti "privati" della variazione del tasso di interesse, pubblicizzando contestualmente il nuovo conto corrente (Conto Bancoposta Più).
Ad avviso dell'Associazione e con buone ragioni, non esiste una giustificazione al comportamento di Poste Italiane, tale da legittimare il cambiamento delle condizioni di conto corrente (art. 118 del TUB - Testo unico bancario), salvo attuare una trovata pubblicitaria e persuasiva per fare cambiare tipologia di conto corrente.
Altroconsumo ha preannunciato una segnalazione alla Banca d’Italia su questo aspetto ritenendo che non esistano le condizioni per azzerare il tasso d’interesse.
L'Associazione ha fatto le "pulci" ai conti correnti citati evidenziando che l'unica forma di guadagno rispetto al passaggio al Conto Bancoposta Più sarebbe data dal fatto che il tasso di interesse sale di poco all’1% lordo (0,73% netto) e che il canone annuo e il costo del Postamat si azzerano se i correntisti accreditano lo stipendio o la pensione e chiedono la domiciliazione delle bollette e una carta di credito (30,99 euro all'anno).
I costi del Conto Bancoposta Più resterebbero immutati (canone annuo di 30,99 euro e costo della carta Postamat (10 euro).
L'operazione aziendale mirerebbe solo a "fidelizzare" il cliente ampliando il ventaglio di servizi che dovrebbe concedere a Poste Italiane: accredito di somme, domiciliazione delle bollette, accredito di stipendi o pensione ed acquisizione di 1 carta di credito (quest'ultima al costo di 30,99 euro annuo).
Infatti l'azienda sta informando i suoi correntisti "privati" della variazione del tasso di interesse, pubblicizzando contestualmente il nuovo conto corrente (Conto Bancoposta Più).
Ad avviso dell'Associazione e con buone ragioni, non esiste una giustificazione al comportamento di Poste Italiane, tale da legittimare il cambiamento delle condizioni di conto corrente (art. 118 del TUB - Testo unico bancario), salvo attuare una trovata pubblicitaria e persuasiva per fare cambiare tipologia di conto corrente.
Altroconsumo ha preannunciato una segnalazione alla Banca d’Italia su questo aspetto ritenendo che non esistano le condizioni per azzerare il tasso d’interesse.
L'Associazione ha fatto le "pulci" ai conti correnti citati evidenziando che l'unica forma di guadagno rispetto al passaggio al Conto Bancoposta Più sarebbe data dal fatto che il tasso di interesse sale di poco all’1% lordo (0,73% netto) e che il canone annuo e il costo del Postamat si azzerano se i correntisti accreditano lo stipendio o la pensione e chiedono la domiciliazione delle bollette e una carta di credito (30,99 euro all'anno).
I costi del Conto Bancoposta Più resterebbero immutati (canone annuo di 30,99 euro e costo della carta Postamat (10 euro).
L'operazione aziendale mirerebbe solo a "fidelizzare" il cliente ampliando il ventaglio di servizi che dovrebbe concedere a Poste Italiane: accredito di somme, domiciliazione delle bollette, accredito di stipendi o pensione ed acquisizione di 1 carta di credito (quest'ultima al costo di 30,99 euro annuo).