Aosta - E' guerra fra i sindacati dei lavoratori postali. La spaccatura, a livello nazionale, riflette la situazione valdostana con la Cgil presente al tavolo di confronto con Poste Italiane, mentre Cisl, Uil e Ugl rifiutano il dialogo e chiedono dibattiti separati.
«Siamo in una fase molto delicata - dice Wilma Gaillard, segretaria regionale di Slc/Cgil -. I settori sportelleria e servizi devono essere affrontati in termini unitari. Il 31 dicembre, oltre dieci operatori vanno in pensione. Come Cgil abbiamo sollecitato un incontro con i dirigenti di Piemonte/Valle d'Aosta, nella sede regionale, a Torino, sperando in una presa di coscienza di Cisl, Uil e degli autonomi. In caso contrario, noi non demorderemo dal rivendicare l'urgenza di prevedere assunzioni nella sportelleria e loro dovranno dare risposte ai lavoratori». Da tempo, ormai, questo comparto si caratterizza per una cronica carenza di personale. L'apertura di conflitti di lavoro (l'ultimo risale allo scorso anno) ha prodotto riscontri temporanei. Risultato: i dipendenti devono rinunciare ai diritti più elementari quali, per esempio, le ferie. «Criticità a cui Poste Italiane ha sempre risposto con la chiusura di alcuni uffici e il trasferimento del personale», affonda la segretaria di categoria Wilma Gaillard.
Pone un interrogativo: «Perché questo ostinato rifiuto delle altre due sigle sindacali di argomentare le problematiche con noi?». Ipotizza logiche politiche. «Fanno facile demagogia - rintuzza - proclamando scioperi inconcludenti che hanno il solo risultato di paralizzare l'attività e assecondare la filosofia commerciale dell'azienda».
«Ci allineiamo alle decisioni nazionali, confermando la scelta di dibattere separatamente le questioni sul tappeto», tagliano corto i segretari regionali Enzo Berthod (Slp/Cisl) e Maurilio Rosset (UilPost/Uil). Un «atteggiamento molto grave», è la denuncia della Cgil.
Aggiunge la segretaria di categoria: «In molte altre occasioni si sono verificate posizioni divergenti, ma abbiamo sempre sostenuto confronti unitari». Ribadisce: «Chiederemo, da soli, un potenziamento del personale per scongiurare la chiusura di molti uffici dal 1 gennaio 2012. Cisl e Uil vogliono questo epilogo? C'è in ballo l'interesse dei lavoratori», sottolinea Wilma Gaillard.
L'esponente sindacale giudica «strumentale» l'atteggiamento dei colleghi confederali e autonomi «in una fase cruciale, dove si gioca il futuro dell'azienda. In questo particolare momento, deve prevalere un senso di giustizia», ribatte. E ricorda a Cisl e Uil di essere disposta a qualsiasi confronto, purché si interiorizzi l'inderogabilità di un superamento della spaccatura «quale garanzia dei livelli occupazionali», conclude Wilma Gaillard.