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Sequestrata l’abitazione all'ex direttrice delle poste

Milano Marittima - UDIENZA davanti al giudice del lavoro Roberto Riverso, ieri mattina, per la ‘convalida’ del sequestro conservativo nei confronti della ex direttrice dell’ufficio postale di Milano Marittima — accusata di essersi appropriata di oltre mezzo milione di euro — chiesto dalle Poste Italiane spa e concesso recentemente dal giudice Massimo Vicini.
OGGETTO del sequestro, chiesto per un valore di un milione di euro, è stata la casa di proprietà della ex funzionaria, Cinzia Cimatti. Si tratta di quell’edificio che la signora, indagata per peculato, già aveva messo in vendita con tanto di procura davanti a un notaio (procuratore a vendere era stato nominato l’ex marito) ai fini di poter risarcire le parti lese, in virtù di un impegno preso con il pm titolare dell’inchiesta, Gianluca Chiapponi al momento della richiesta di attenuazione della misura cautelare, dal carcere agli arresti domiciliari. Arresti domiciliari di cui Cinzia Cimatti, finita in carcere l’8 giugno, ha usufruito a fine giugno. L’indagata è difesa dagli avvocati Giovanni Scudellari e Francesco Manetti.
Poste italiane spa ha chiesto il sequestro dell’immobile, il cui valore è stato indicato, da una perizia, all’interno di una forbice compresa fra i 97mila e 120 mila euro, per potersi rivalere una volta che avrà restituito ai risparmiatori il denaro sottratto, con tanto di interessi. Il giudice Vicini ha concesso il provvedimento, come suol dirsi, ‘senza avere ascoltato l’altra parte’. Di qui il ricorso dei legali della ex direttrice e l’affidamento della causa — inerente rapporti di lavoro — al giudice Riverso. Hanno fatto osservare gli avvocati Scudellari e Manetti, nella memoria presentata ieri al giudice all’udienza di comparizione delle parti, che il provvedimento chiesto dalle Poste va a ledere gli interessi difensivi dell’indagata perchè non sarà più in grado di rispettare l’impegno a vendere e a risarcire direttamente i risparmiatori lesi, da cui consegue poi l’impossibilità di poter usufruire, al momento del giudizio, dell’attenuante del danno risarcito. Il giudice si è riservato la decisione.
CINZIA Cimatti venne arrestata su ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Antonella Guidomei, a conclusione di indagini condotte per alcuni mesi dai carabinieri del Nucleo operativo della Compagnia di Cervia-Milano Marittima. Dopo la denuncia dei familiari di un anziano albergatore della zona che avevano accertato irregolarità nei comportamenti della funzionaria, emerse che fra il 2007 e il 2010 si era appropriata di 244mila euro prelevandoli dal conto dell’albergatore e di altri 242mila euro prelevati a mezzo bancomat. Sono poi stati ammessi dall’indagata altri prelievi per almeno 100mila euro.