E’ nota da tempo la posizione della UIL confederale per emendare e rendere più equa la manovra economica senza la quale il nostro paese, anche a causa della speculazione finanziaria a cui è sottoposto sarebbe destinato, inevitabilmente, alla bancarotta.
La UIL è convinta che non servano scioperi – specie se proclamati unilateralmente - che impoveriscono i lavoratori e che destabilizzano ulteriormente il paese, dividendo, peraltro, la compagine sindacale.
Non è nè “serva del governo”, né stampella politica.
E’ un sindacato che vuol fare il proprio mestiere! Che realizza accordi attraverso il confronto serrato. Gli slogans populistici possono anche illusoriamente riaprire le speranze, ma fanno chiudere le fabbriche!
Riteniamo utile, quindi, ribadire le posizioni della UIL rispetto alla manovra:
- tagliare i costi della politica;
- lotta seria all’evasione fiscale;
- no ai tagli alle pensioni;
- no ad ulteriori tagli nel pubblico impiego.
Per quanto riguarda il famigerato art. 8 non c’è alcuna intenzione di dare il via libera a facili ed indiscriminati licenziamenti come qualche sigla sindacale - sbagliando – ha voluto interpretare.
Inoltre per quanto attiene alle ultime novità della manovra che prevedono l’aumento dell’IVA (dal 20 al 21%) e l’innalzamento dell’età pensionabile per le donne che operano nel settore privato, la UIL, attraverso le dichiarazioni di Luigi Angeletti, ha ribadito la sua netta contrarietà.
E’ fuor di dubbio che verranno esercitate le opportune pressioni per rivedere queste regole. Del resto iniziative simili hanno già comportato lo stralcio della norma sul divieto di riscatto ai fini pensionistici della laurea e del servizio militare.
In questo scenario – decisamente complesso - si inquadra anche la vicenda del mancato rinnovo del Premio di Risultato in Poste Italiane.
E’ evidente il paradosso: un’Azienda che continua a sbandierare con orgoglio e giusta enfasi su tutti gli organi di informazione la realizzazione di notevoli e costanti utili di bilancio, nega poi la possibilità che la ricchezza prodotta venga redistribuita equamente a coloro che l’hanno generata, cioè le donne e gli uomini che lavorano in Poste Italiane.
La trattativa - che ci auguriamo riprenda al più presto - si è arenata nello scorso mese di luglio a causa delle inaccettabili proposte aziendali, tra le quali spiccano l’eliminazione dell’acconto di settembre e la modifica dei criteri connessi al calcolo delle assenze per malattia.
Ipotesi di lavoro – queste - assolutamente irricevibili in quanto:
- l’eliminazione dell’acconto metterebbe pesantemente in discussione la filosofia di puntare gradualmente ad erogare una doppia mensilità ad intervalli trimestrali (acconto PdR a settembre, 13° a dicembre, 14° a marzo, saldo PdR a giugno);
- la modifica delle regole che investono le assenze per malattia finirebbe per compromettere la possibilità di erogazione del premio. Sarebbero infatti sufficienti soltanto due eventi (magari un paio di stati influenzali dovuti a raffreddore) per essere esclusi dalla corresponsione complessiva del beneficio. Del resto se stiamo lavorando per definire un premio, non si comprende la ragione per la quale si debbano individuare delle penalizzazioni così drastiche specie se si considera che il tasso di assenteismo nella nostra Azienda si è assestato da tempo su livelli fisiologici. La UILPoste ritiene al contrario che occorra gratificare la presenza in servizio.
Per quanto riguarda la costruzione del nuovo Premio, sono centrali ed irrinunciabili i seguenti obiettivi:
- recupero dell’intera quota residuale del premio 2010 ammontante a circa € 220;
- congrua rivalutazione economica del nuovo premio;
- rivisitazione degli indicatori sui quali parametrarlo che devono riguardare i risultati raggiunti dall’intero gruppo e non dalla sola Azienda Poste (alla stessa stregua dell’MBO corrisposto ai dirigenti);
- riequilibrio delle percentuali della composizione del premio aumentando la quota regionale;
- modifica della soglia minima degli obiettivi concordati per garantire ad una più ampia platea di lavoratori la fruibilità del premio;
- revisione del cosiddetto rapporto di interpolazione per garantire corresponsioni adeguate in linea con gli obiettivi raggiunti;
- inserimento di nuove figure professionali scaturite dalla riorganizzazione del recapito;
- correzione delle anomalie riguardanti l’errata collocazione nello staff e nella produzione di alcune attività lavorative.
Sulla base di queste opzioni condurremo la trattativa che ci auguriamo di poter chiudere entro il mese in corso. Per questo motivo è doveroso sottolineare che per ragioni squisitamente tecniche, la prevista anticipazione di settembre, subirà un inevitabile slittamento.
La UIL è convinta che non servano scioperi – specie se proclamati unilateralmente - che impoveriscono i lavoratori e che destabilizzano ulteriormente il paese, dividendo, peraltro, la compagine sindacale.
Non è nè “serva del governo”, né stampella politica.
E’ un sindacato che vuol fare il proprio mestiere! Che realizza accordi attraverso il confronto serrato. Gli slogans populistici possono anche illusoriamente riaprire le speranze, ma fanno chiudere le fabbriche!
Riteniamo utile, quindi, ribadire le posizioni della UIL rispetto alla manovra:
- tagliare i costi della politica;
- lotta seria all’evasione fiscale;
- no ai tagli alle pensioni;
- no ad ulteriori tagli nel pubblico impiego.
Per quanto riguarda il famigerato art. 8 non c’è alcuna intenzione di dare il via libera a facili ed indiscriminati licenziamenti come qualche sigla sindacale - sbagliando – ha voluto interpretare.
Inoltre per quanto attiene alle ultime novità della manovra che prevedono l’aumento dell’IVA (dal 20 al 21%) e l’innalzamento dell’età pensionabile per le donne che operano nel settore privato, la UIL, attraverso le dichiarazioni di Luigi Angeletti, ha ribadito la sua netta contrarietà.
E’ fuor di dubbio che verranno esercitate le opportune pressioni per rivedere queste regole. Del resto iniziative simili hanno già comportato lo stralcio della norma sul divieto di riscatto ai fini pensionistici della laurea e del servizio militare.
In questo scenario – decisamente complesso - si inquadra anche la vicenda del mancato rinnovo del Premio di Risultato in Poste Italiane.
E’ evidente il paradosso: un’Azienda che continua a sbandierare con orgoglio e giusta enfasi su tutti gli organi di informazione la realizzazione di notevoli e costanti utili di bilancio, nega poi la possibilità che la ricchezza prodotta venga redistribuita equamente a coloro che l’hanno generata, cioè le donne e gli uomini che lavorano in Poste Italiane.
La trattativa - che ci auguriamo riprenda al più presto - si è arenata nello scorso mese di luglio a causa delle inaccettabili proposte aziendali, tra le quali spiccano l’eliminazione dell’acconto di settembre e la modifica dei criteri connessi al calcolo delle assenze per malattia.
Ipotesi di lavoro – queste - assolutamente irricevibili in quanto:
- l’eliminazione dell’acconto metterebbe pesantemente in discussione la filosofia di puntare gradualmente ad erogare una doppia mensilità ad intervalli trimestrali (acconto PdR a settembre, 13° a dicembre, 14° a marzo, saldo PdR a giugno);
- la modifica delle regole che investono le assenze per malattia finirebbe per compromettere la possibilità di erogazione del premio. Sarebbero infatti sufficienti soltanto due eventi (magari un paio di stati influenzali dovuti a raffreddore) per essere esclusi dalla corresponsione complessiva del beneficio. Del resto se stiamo lavorando per definire un premio, non si comprende la ragione per la quale si debbano individuare delle penalizzazioni così drastiche specie se si considera che il tasso di assenteismo nella nostra Azienda si è assestato da tempo su livelli fisiologici. La UILPoste ritiene al contrario che occorra gratificare la presenza in servizio.
Per quanto riguarda la costruzione del nuovo Premio, sono centrali ed irrinunciabili i seguenti obiettivi:
- recupero dell’intera quota residuale del premio 2010 ammontante a circa € 220;
- congrua rivalutazione economica del nuovo premio;
- rivisitazione degli indicatori sui quali parametrarlo che devono riguardare i risultati raggiunti dall’intero gruppo e non dalla sola Azienda Poste (alla stessa stregua dell’MBO corrisposto ai dirigenti);
- riequilibrio delle percentuali della composizione del premio aumentando la quota regionale;
- modifica della soglia minima degli obiettivi concordati per garantire ad una più ampia platea di lavoratori la fruibilità del premio;
- revisione del cosiddetto rapporto di interpolazione per garantire corresponsioni adeguate in linea con gli obiettivi raggiunti;
- inserimento di nuove figure professionali scaturite dalla riorganizzazione del recapito;
- correzione delle anomalie riguardanti l’errata collocazione nello staff e nella produzione di alcune attività lavorative.
Sulla base di queste opzioni condurremo la trattativa che ci auguriamo di poter chiudere entro il mese in corso. Per questo motivo è doveroso sottolineare che per ragioni squisitamente tecniche, la prevista anticipazione di settembre, subirà un inevitabile slittamento.