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Poste Italiane fa saltare 32 zone di consegna in provincia di Arezzo: Otto sono in Valdarno

Dal mese di giugno sono state cancellate otto zone di consegna della posta in Valdarno aretino. Si tratta di una parte delle 32 zone che Poste Italiane ha soppresso in tutto il territorio provinciale: corrispondono, in pratica, ad altrettanti postini che non opereranno più in quelle zone, e che saranno dirottati in altri compiti. La loro zona di consegna sarà assegnata invece ai postini rimasti, allargando la loro zona di competenza.

Tagli che si sommano ad altri tagli, già avvenuti sul territorio. Se la chiusura dei piccoli uffici postali aveva infatti già portato difficoltà nelle frazioni, ora questa nuova riorganizzazione potrebbe aggiungere ulteriori disagi, specie se la consegna della posta dovesse risentirne in termini di tempi.

Preoccupazioni a cui si sommano quelle sull'occupazione. Se infatti non ci saranno licenziamenti immediati, è comunque prevedibile un graduale ridimensionamento dei dipendenti di Poste in queste zone. E ogni anno sarà rivista l'organizzazione in base al volume del lavoro. Per questo l'accordo sul progetto di riorganizzazione (siglato lo scorso 28 febbraio) non è stato sottoscritto da UilPoste, il cui segretario provinciale, Claudio Rogialli, oggi lancia l'allarme.

"Per UilPoste non ha alcun senso perseguire la logica del taglio fine a stesso: al contrario, servono importanti e coraggiosi progetti di rilancio. Solo l'investimento ed il consolidamento in nuovi settori può risollevare il prodotto postale e dare lavoro". A rischio, oggi, c'è prima di tutto la qualità del servizio, e di conseguenza anche la risposta occupazionale. "I nuovi tagli - sostiene Rogialli - impoveriscono e mutilano ulteriormente la capillarità della rete postale, con l'evidente scadimento della qualità del servizio reso ai cittadini ed il pericolo reale della perdita di posti di lavoro. La nostra contrarietà ruota attorno alla consapevolezza che, nonostante nel nostro paese si registri un costante calo delle spedizioni postali, si sarebbero dovute e potute esplorare strade diverse invece di avvitarsi nella spirale perversa di tagli ed efficientamenti".

"Già nel 2010 - conclude il segretario provinciale di UilPoste - avevamo affrontato responsabilmente la crisi del settore con un progetto di rilancio, introducendo figure nuove del recapito che andavano verso la ricerca di nuovi mercati, la soddisfazione del cliente e la tutela dei nostri lavoratori; non si erano ancora dispiegati gli effetti di questo progetto che con l'accordo del 28 febbraio si è deciso questo drastico intervento senza futuro per i Servizi postali".