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Cessione del quinto con Poste Italiane

In tempi di crisi, le risorse finanziarie delle famiglie e dei singoli tendono ad erodersi con maggiore facilità, rendendo in certi casi inevitabile la domanda di un prestito. Ma questo incremento della domanda si scontra sempre più spesso con la richiesta, da parte degli istituti di credito, di garanzie piuttosto elevate e talvolta impossibili, impedendo così ai più “deboli” finanziariamente di accedere alla liquidità di cui bisognano. Gli ultimi dati di Bankitalia parlano di calo dell’1,6% su base annua della concessione di risorse dalle banche a famiglie e aziende. Inoltre, secondo quanto recentemente denunciato dalla Cgia di Mestre, l’81% degli oltre 1.335 miliardi di euro di finanziamenti erogati agli italiani sono finiti nelle tasche del primo 10% degli affidati, cioè la clientela migliore come grandi gruppi o società industriali, mentre il restante 19% è stato distribuito a famiglie, lavoratori autonomi e piccole imprese. In un tale contesto, la modalità della cessione del quinto dello stipendio o della pensione permette in alcuni casi di ottenere con meno difficoltà il prestito, soprattutto per determinate categorie di soggetti.
E sono diversi gli attori economici che attualmente prevedono detta tipologia di credito. Uno di essi è il gruppo Poste Italiane che ha introdotto il suo servizio Quinto BancoPosta rivolto ai pensionati INPS e INPDAP, e ai dipendenti pubblici delle Amministrazioni statali, locali e dell’Arma. Il principio è sempre lo stesso ed è garantito da una serie di convenzioni con società del credito al consumo: viene effettuato un prelievo alla fonte, cioè sulla pensione o la busta-paga senza che venga superato il limite del quinto.
Per quanto riguarda i pensionati, l’importo finanziabile dipende dall’ammontare dell’assegno previdenziale, e il prestito può avere una durata dai 36 ai 120 mesi. La procedura può essere avviata anche se l’interessato ha già dei prestiti in corso ed è alquanto semplice. Oltre infatti ad un documento d’identità, alla tessera sanitaria e al cedolino pensione da presentare all’Ufficio Postale, è richiesto il possesso dell’assicurazione sulla vita, che è prevista per legge e garantita dal Fondo Rischi INPDAP. Volendo fare un esempio pratico, in base a quanto indicato dallo stesso sito di Poste Italiane, un pensionato 62enne con un assegno netto mensile di 900 euro (il TAN fisso è al 6,58% e il TAEG al 9,10%) potrà ottenere un importo totale finanziato di 9.181,97 euro (il cui netto erogato sarà pari a 8.723,78 euro). La restituzione di quanto ricevuto più gli interessi (1.618,03 euro) avverrà in 60 rate da 180 euro, prelevati direttamente alla fonte.
Condizioni analoghe vengono applicate anche ai dipendenti pubblici, i quali devono possedere, oltre alla cittadinanza italiana, anche un contratto di lavoro a tempo indeterminato. La procedura prevede la stipula di un’assicurazione contro il rischio di premorienza o di perdita di impiego, per garantire maggiore tutele a chi concede il prestito. In tal senso, insieme ai requisiti di età anagrafica (dai 18 ai 67 anni, dove l’età massima per la scadenza del piano di ammortamento è in funzione di quella pensionabile), sono previsti anche delle soglie in relazione all’anzianità di servizio; soglie che, per gli uomini, vanno dai 3 mesi ad un massimo di 43 anni, mentre per le donne dai 3 mesi ai 42 anni.
Facendo un esempio, e tenendo conto dei limiti appena esposti, un dipendente pubblico con 40 anni di età, 15 anni di anzianità si servizio e uno stipendio netto mensile di 1.250 euro, sarà in grado di ottenere un prestito della durata di 120 mesi, con rate dal 250 euro mensili ed un importo erogato di 19.339,39 euro (a cui aggiungere 10.645,99 euro di interessi).