Azienda e sindacati nella riunion del 31 maggio non hanno trovato convergenze definitive sulle materie già trattate il 24 e 25 scorsi.
Sul tema del premio di risultato dei dipendenti di Poste italiane si stanno cercando punti di convergenza rispetto ad alcune proposte aziendali ed a quelle sindacali.
Nell'incontro del 31 maggio si sono cercati ulteriori punti di avvicinamento, ma permangono ancora distanze fra la posizione aziendale e quelle sindacali. I tempi ristretti non consentono ulteriori margini di tempo stante l'approssimarsi della scadenza di giugno (mese di solito deputato al pagamento del saldo del p.d.r.) salvo cercare soluzioni ponte nel prossimo mese.
Serve una stretta, ma soprattutto occorre che l'azienda avvicini le sue posizioni a quelle del sindacato che abbiamo ampiamente illustrato, per consentire il rispetto delle tempistiche ed un adeguato grado di soddisfazione premiale per il lavoro svolto nel 2011 da tutti i dipendenti dell'azienda, stante i risultati sostanzialmente positivi del bilancio dell'anno imputato (se ne riparlerà nella seconda settimana di giugno).
Fuori luogo (auspichiamo) che l'azienda possa collegare la conclusione del confronto sulla determinazione del nuovo premio di risultato alla trattativa per la riorganizzazione dei servizi postali, perchè ciò sarebbe un errore imperdonabile che non recherebbe giustizia a tutto il mondo dei servizi (finanziario/assicurazioni/ecc...) in cui i lavoratori hanno offerto risultati eccellenti, nonostante l'attuale crisi economica, congiunturale e finanziaria.
Sul fronte dei Servizi Postali c'è la conferma del persistente calo dei volumi del servizio postale, a carattere “strutturale” in tutti gli Stati, sia dell'Europa, sia all’estero.
Strategie indispensabili, ad avviso delle aziende, potranno essere una costante revisione dei servizi offerti, il lancio di nuove proposte che captino qualsiasi nuova esigenza dei mercati e della comunicazione ed un maggiore utilizzo dei sistemi di automazione ed informatizzazione per la gestione dei complessi modelli organizzativi adottati, nonchè una più flessibile gestione del personale.
Le parti stanno proseguendo il confronto per verificare ogni questione alla luce dei dati presentati da Poste e delle osservazioni espresse dal sindacato, sostanzialmente critiche nei confronti del progetto illustrato da Poste Italiane, salvo reperire ulteriori soluzioni condivisibili da parte di tutti gli interlocutori.
Cosa chiede l'azienda postale italiana è deducibile da quanto fino adesso emerso dal confronto e cioè la revisione di alcuni degli attuali parametri, per consentire il taglio di ulteriori zone di recapito, seppure con una lenta progressione temporale, ma iniziando quest'anno da 5 regioni ove attraverso interventi organizzativi di tipo innovativo sul lavoro preparatorio, di consegna, di ridimensionamento di alcuni CMP e CPD si raggiungerebbe una prima diminuzione di zone di recapito.
L'azienda ha mostrato di tenere l'occhio vigile sull'andamento dei volumi di traffico nell'attuale fase decrescente del servizio postale e collega le difficoltà di mantenere un trend positivo dei ricavi della Divisione al taglio dei costi, agendo soprattutto sul costo del personale ed a nostro avviso secondo la formula: meno addetti = minore costo = maggiori ricavi; aggiungendo a ciò la revisione degli orari di lavoro, una maggiore flessibilità del personale, la scelta di presidi differenziati per aree territoriali, in funzione delle potenzialità del bacino di utenza.
Tutto ciò dovrebbe essere raggiunto nell'arco di tre anni (2012 - 2013- 2014) attraverso la revisione di ogni processo e la promozione di modesti interventi sui prodotti, puntando sul rafforzamento dei servizi innovativi (A.S.I.-PORTALETTERE) e la P.A.
La nota positiva di oggi è la scelta aziendale di avviare un confronto vero con le organizzazioni sindacali riunite tutte nello stesso tavolo alla ricerca di soluzioni condivisibili; un risultato che abbiamo raggiunto grazie alla pervicacia con cui abbiamo sostenuto ogni nostro convincimento negli ultimi mesi, fino all'ultimo incontro tenutosi con i vertici di Poste Italiane che è servito a riaprire il tavolo di relazioni industriali all'interno di Poste Italiane.
Nell'incontro del 31 maggio si sono cercati ulteriori punti di avvicinamento, ma permangono ancora distanze fra la posizione aziendale e quelle sindacali. I tempi ristretti non consentono ulteriori margini di tempo stante l'approssimarsi della scadenza di giugno (mese di solito deputato al pagamento del saldo del p.d.r.) salvo cercare soluzioni ponte nel prossimo mese.
Serve una stretta, ma soprattutto occorre che l'azienda avvicini le sue posizioni a quelle del sindacato che abbiamo ampiamente illustrato, per consentire il rispetto delle tempistiche ed un adeguato grado di soddisfazione premiale per il lavoro svolto nel 2011 da tutti i dipendenti dell'azienda, stante i risultati sostanzialmente positivi del bilancio dell'anno imputato (se ne riparlerà nella seconda settimana di giugno).
Fuori luogo (auspichiamo) che l'azienda possa collegare la conclusione del confronto sulla determinazione del nuovo premio di risultato alla trattativa per la riorganizzazione dei servizi postali, perchè ciò sarebbe un errore imperdonabile che non recherebbe giustizia a tutto il mondo dei servizi (finanziario/assicurazioni/ecc...) in cui i lavoratori hanno offerto risultati eccellenti, nonostante l'attuale crisi economica, congiunturale e finanziaria.
Sul fronte dei Servizi Postali c'è la conferma del persistente calo dei volumi del servizio postale, a carattere “strutturale” in tutti gli Stati, sia dell'Europa, sia all’estero.
Strategie indispensabili, ad avviso delle aziende, potranno essere una costante revisione dei servizi offerti, il lancio di nuove proposte che captino qualsiasi nuova esigenza dei mercati e della comunicazione ed un maggiore utilizzo dei sistemi di automazione ed informatizzazione per la gestione dei complessi modelli organizzativi adottati, nonchè una più flessibile gestione del personale.
Le parti stanno proseguendo il confronto per verificare ogni questione alla luce dei dati presentati da Poste e delle osservazioni espresse dal sindacato, sostanzialmente critiche nei confronti del progetto illustrato da Poste Italiane, salvo reperire ulteriori soluzioni condivisibili da parte di tutti gli interlocutori.
Cosa chiede l'azienda postale italiana è deducibile da quanto fino adesso emerso dal confronto e cioè la revisione di alcuni degli attuali parametri, per consentire il taglio di ulteriori zone di recapito, seppure con una lenta progressione temporale, ma iniziando quest'anno da 5 regioni ove attraverso interventi organizzativi di tipo innovativo sul lavoro preparatorio, di consegna, di ridimensionamento di alcuni CMP e CPD si raggiungerebbe una prima diminuzione di zone di recapito.
L'azienda ha mostrato di tenere l'occhio vigile sull'andamento dei volumi di traffico nell'attuale fase decrescente del servizio postale e collega le difficoltà di mantenere un trend positivo dei ricavi della Divisione al taglio dei costi, agendo soprattutto sul costo del personale ed a nostro avviso secondo la formula: meno addetti = minore costo = maggiori ricavi; aggiungendo a ciò la revisione degli orari di lavoro, una maggiore flessibilità del personale, la scelta di presidi differenziati per aree territoriali, in funzione delle potenzialità del bacino di utenza.
Tutto ciò dovrebbe essere raggiunto nell'arco di tre anni (2012 - 2013- 2014) attraverso la revisione di ogni processo e la promozione di modesti interventi sui prodotti, puntando sul rafforzamento dei servizi innovativi (A.S.I.-PORTALETTERE) e la P.A.
La nota positiva di oggi è la scelta aziendale di avviare un confronto vero con le organizzazioni sindacali riunite tutte nello stesso tavolo alla ricerca di soluzioni condivisibili; un risultato che abbiamo raggiunto grazie alla pervicacia con cui abbiamo sostenuto ogni nostro convincimento negli ultimi mesi, fino all'ultimo incontro tenutosi con i vertici di Poste Italiane che è servito a riaprire il tavolo di relazioni industriali all'interno di Poste Italiane.