Grosseto - Lo chiamano Piano di rimodulazione delle aperture estive. In pratica, è un altro colpo di mannaia di Poste Italiane sugli uffici postali della provincia di Grosseto. Puntuale come le bollette, (ri)ecco il piano dei tagli alle aperture settimanali per gli sportelli dei piccoli centri, in vigore tra il 15 giugno e il 15 settembre. A patto che i tagli «momentanei» per l’estate non diventino poi «definitivi» anche per l’inverno, come peraltro è sempre accaduto finora. E il peggio potrebbe ancora arrivare, visto che a Roma è «congelato» — ma non accantonato — un piano definito a gennaio che prevede la chiusura totale di almeno 30 piccoli uffici postali maremmani e il taglio di una ventina di portalettere in tutta la provincia. Piano che evidentemente ha la strada ben tracciata dall’ennesima razionalizzazione.
Infatti, come se non bastassero le riduzioni agli orari d’apertura e la cancellazione degli sportelli negli ultimi mesi, l’estate 2012 porterà un altro taglio. Ecco le novità: in Maremma il «Piano di rimodulazione» di Poste Italiane colpirà gli uffici postali di Arcille (da quattro a tre giorni settimanali), Montenero (attualmente aperto sei giorni la settimana), Montemerano (da quattro a tre giorni), Roccatederighi (da quattro a tre), Sassofortino (addio ai sei giorni d’apertura settimanale), Bagnolo (da quattro a tre) e Murci (già ora aperto per soli tre giorni la settimana).
«Questa strategia gestionale — dice Maurizio Cossu, segretario provinciale Failp-Cisal — è mirata al risparmio, ma manca del tutto di valenza strategica: non c’è un piano industriale che regoli l’azione di Poste Italiane. Tutto è sistematicamente basato sulla contrazione dell’offerta a servizio degli utenti, e tutto si decide unicamente in base al numero delle operazioni compiute da ciascun ufficio. Senza considerare che riducendo l’offerta si fa venir meno anche la fidelizzazione della clientela a un certo sportello, portandolo inevitabilmente alla morte». Un rischio che corrono tutti gli sportelli che hanno subìto o subiranno una riduzione di orario, perché Poste Italiane non è (quasi) mai tornata indietro.