Negli ultimi anni le imprese hanno utilizzato l'esodo volontario incentivato per tagliare il costo del lavoro e Confindustria non può ignorarlo.
In questi giorni incombe il botta e risposta sui lavoratori esodati dalle imprese attraverso il ricorso all'ìncentivo al pensionamento anticipato.
La maggior parte delle imprese ha adottato il criterio dell'offerta economica in caso di cessazione volontaria dal servizio e conseguente firma dell'esodo volontario, informando di tale opportunità la platea del personale interno prossimo alla pensione.
Questa politica di taglio del costo del lavoro è proseguita anche nel 2009, 2010 e 2011 allorchè il tema della previdenza pubblica aveva intrapreso la strada delle modifiche al sistema delle pensioni (sistema quote, finestre di uscita, anno di attesa, scalone, ecc...) accentuando nei lavoratori il convincimento di potere usufruire di tale opportunità senza alcun pericolo.
In realtà già dal 2009 alcuni dipendenti cessati volontariamente dal lavoro erano incappati nell'effetto del ritardo della pensione ottenendo (in Poste Italiane) un extra-incentivo per i mesi di differenza accusati.
La riforma del sistema delle pensioni Monti-Fornero ha dato il colpo finale ad un "abuso" o perlomeno ad una politica di facile alleggerimento del peso degli occupati senza il ricorso al sistema degli "ammortizzatori sociali" noto a tutti (Governi compreso).
Il fatto che adesso si contino dai 65.000 (come afferma il Ministro del lavoro) ai 130.000 ed oltre interessati ad un sussidio/pensione fino all'effettiva decorrenza dell'assego pensionistico spettante alla data prestabilita (posticipato dalla riforma) è un problema con cui tocca fare i conti.
Per questo l'U.G.L. continua ad essere vicina agli esodati che non possono diventare fantasmi senza lavoro e senza reddito all'esaurimento dell'incentivo, in attesa dell'effettiva possibilità di potere percepire la loro pensione.
La manifestazione del 13 aprile di CGIL, CISL, UIL, UGL è stata le nostra risposta in sostegno dei lavoratori, degli esodati e dei pensionati, affinchè il Governo e tutte le forze politiche risolvano il nodo dell'inequità della riforma pensionistica, graduando gli interventi in maniera da salvaguardare i diritti acquisiti, pur nelle compatibilità del bilancio del paese.
Da parte del Governo è venuta l'assicurazione che il dato dei lavoratori esodati risulterebbe pari a 65.000 (cifra controversa a detta di molti) in linea con le coperture del d.l. "SalvaItalia" e che si sta preparando una specifica norma che li salvaguardi tutti.
Come ha detto il nostro segretario generale Centrella è necessario che ''Il governo non scherzi e cerchi le risorse per mandare tutti questi lavoratori in pensione con le vecchie regole. Noi conosciamo le paure e le angosce dei lavoratori''.
La maggior parte delle imprese ha adottato il criterio dell'offerta economica in caso di cessazione volontaria dal servizio e conseguente firma dell'esodo volontario, informando di tale opportunità la platea del personale interno prossimo alla pensione.
Questa politica di taglio del costo del lavoro è proseguita anche nel 2009, 2010 e 2011 allorchè il tema della previdenza pubblica aveva intrapreso la strada delle modifiche al sistema delle pensioni (sistema quote, finestre di uscita, anno di attesa, scalone, ecc...) accentuando nei lavoratori il convincimento di potere usufruire di tale opportunità senza alcun pericolo.
In realtà già dal 2009 alcuni dipendenti cessati volontariamente dal lavoro erano incappati nell'effetto del ritardo della pensione ottenendo (in Poste Italiane) un extra-incentivo per i mesi di differenza accusati.
La riforma del sistema delle pensioni Monti-Fornero ha dato il colpo finale ad un "abuso" o perlomeno ad una politica di facile alleggerimento del peso degli occupati senza il ricorso al sistema degli "ammortizzatori sociali" noto a tutti (Governi compreso).
Il fatto che adesso si contino dai 65.000 (come afferma il Ministro del lavoro) ai 130.000 ed oltre interessati ad un sussidio/pensione fino all'effettiva decorrenza dell'assego pensionistico spettante alla data prestabilita (posticipato dalla riforma) è un problema con cui tocca fare i conti.
Per questo l'U.G.L. continua ad essere vicina agli esodati che non possono diventare fantasmi senza lavoro e senza reddito all'esaurimento dell'incentivo, in attesa dell'effettiva possibilità di potere percepire la loro pensione.
La manifestazione del 13 aprile di CGIL, CISL, UIL, UGL è stata le nostra risposta in sostegno dei lavoratori, degli esodati e dei pensionati, affinchè il Governo e tutte le forze politiche risolvano il nodo dell'inequità della riforma pensionistica, graduando gli interventi in maniera da salvaguardare i diritti acquisiti, pur nelle compatibilità del bilancio del paese.
Da parte del Governo è venuta l'assicurazione che il dato dei lavoratori esodati risulterebbe pari a 65.000 (cifra controversa a detta di molti) in linea con le coperture del d.l. "SalvaItalia" e che si sta preparando una specifica norma che li salvaguardi tutti.
Come ha detto il nostro segretario generale Centrella è necessario che ''Il governo non scherzi e cerchi le risorse per mandare tutti questi lavoratori in pensione con le vecchie regole. Noi conosciamo le paure e le angosce dei lavoratori''.