Bergamo - Novità per tutta la clientela di Poste Italiane della provincia e di tutta la Lombardia: da lunedì prossimo Poste Italiane modifica gli orari di apertura al pubblico di tutti gli uffici postali e conseguentemente l'orario di lavoro dei dipendenti.
Un cambiamento che avrà un impatto fortemente negativo sia per la clientela che per i lavoratori, e le organizzazioni sindacali sono già sul piede di guerra, innanzitutto perché questa riorganizzazione non è stata né discussa né tanto meno condivisa né con le rappresentanze dei lavoratori né con gli organismi di rappresentanza politica e sociale del territorio coinvolto.
«Siamo di fronte ad un'azienda – dichiara Gabriella Tancredi, segretario provinciali Slp Cisl - che non vuole tenere in nessuna considerazione le necessità della clientela e della società a cui deve garantire un servizio e nello stesso modo rimane completamente sorda alle necessità dei lavoratori che senza alcun preavviso si vedono modificato il loro orario di lavoro con un impatto importante sulla vita loro e delle famiglie».
La modifica, che sostanzialmente anticipa l'orario di inizio del lavoro e di apertura dell'ufficio, cade in una fascia oraria che va dalle 7.45 alle 8.30 e dalle 13.30 alle 14.30, fascia in cui la vita delle famiglie deve affrontare la difficoltà di coordinare i propri tempi con quelli del lavoro, della scuola e delle attività più importanti e quotidiane. Inoltre, questo cambiamento avviene in tempi molto stretti e da lunedì anche tutta la logistica, arrivo e recapito della corrispondenza negli uffici postali, subirà modifiche per cui le strutture aziendali del territorio si stanno attrezzando con grandi difficoltà.
Di fronte alla richiesta di Slp Cisl, Uil Post, Confsal comunicazioni e Ugl di discutere e condividere questo progetto, l'azienda è stata capace solo di chiudere ogni porta e disponibilità al confronto (contravvenendo così anche alle regole contrattuali), costringendo le organizzazioni sindacali alla logica rottura delle relazioni industriali in Lombardia.
«Poste Italiane - continua Tancredi - ha dimostrato così ancora tutta la propria ottusità ed incapacità: infatti, oltre a causare una forte confusione fra tutti i lavoratori, dà prova di una forte sottovalutazione del grande valore della condivisione, vera ed importante anche di fronte alla realizzazione dei progetti di cambiamento aziendali, che solo con la partecipazione e condivisione attiva dei lavoratori possono essere realizzati appieno e portare a risultati concreti utili a tutti, collettività e azienda. Invece in Poste le decisioni continuano a cadere dall'alto senza tener conto né della realtà lavorativa e personale degli individui coinvolti, che siano i lavoratori o la clientela e la realtà produttiva di un territorio».
Inoltre continuano a rimanere del tutto oscure le ragioni vere di questo progetto di riordinamento, soprattutto di fronte ai veri problemi che da tempo non trovano risposte in Poste Italiane, primo fra tutti la forte carenza di personale che sta rendendo infrequentabili da parte della clientela e di tutta la collettività gli uffici postali per le lunghe code e i tempi d'attesa a cui un cliente deve sottostare per effettuare la più banale operazione.
«Tutto perché non si è in grado o non si vogliono affrontare i veri problemi: carenza di personale sempre più ampia e procedure burocratiche sempre più articolate e complesse a cui i lavoratori devono adempiere giornalmente. Nonostante tutto questo, Poste sposta l'orario degli uffici postali al pubblico alle 8.15 con chiusura alle 13,45 (per gli uffici con la sola apertura antimeridiana e dalle 8.25 alla 19.10 per gli uffici aperti anche nel pomeriggio, riducendo ancora ulteriormente il tempo per le chiusure in carico ai colleghi). Si crede forse che intervenendo in questo modo le code spariranno e i tempi necessari per ogni operazione si accorceranno per magia? Noi sappiamo bene che non sarà così - conclude Tancredi - e che il disagio per i lavoratori e la collettività sarà sempre più elevato, per questo dichiariamo già l'apertura dello stato di agitazione (con lo sciopero dello straordinario e delle prestazioni che superano l'orario d'obbligo) dal 27 febbraio al 17 marzo e ci stiamo attivando con il supporto degli uffici legali, per valutare la possibilità di una denuncia per comportamento antisindacale».
Un cambiamento che avrà un impatto fortemente negativo sia per la clientela che per i lavoratori, e le organizzazioni sindacali sono già sul piede di guerra, innanzitutto perché questa riorganizzazione non è stata né discussa né tanto meno condivisa né con le rappresentanze dei lavoratori né con gli organismi di rappresentanza politica e sociale del territorio coinvolto.
«Siamo di fronte ad un'azienda – dichiara Gabriella Tancredi, segretario provinciali Slp Cisl - che non vuole tenere in nessuna considerazione le necessità della clientela e della società a cui deve garantire un servizio e nello stesso modo rimane completamente sorda alle necessità dei lavoratori che senza alcun preavviso si vedono modificato il loro orario di lavoro con un impatto importante sulla vita loro e delle famiglie».
La modifica, che sostanzialmente anticipa l'orario di inizio del lavoro e di apertura dell'ufficio, cade in una fascia oraria che va dalle 7.45 alle 8.30 e dalle 13.30 alle 14.30, fascia in cui la vita delle famiglie deve affrontare la difficoltà di coordinare i propri tempi con quelli del lavoro, della scuola e delle attività più importanti e quotidiane. Inoltre, questo cambiamento avviene in tempi molto stretti e da lunedì anche tutta la logistica, arrivo e recapito della corrispondenza negli uffici postali, subirà modifiche per cui le strutture aziendali del territorio si stanno attrezzando con grandi difficoltà.
Di fronte alla richiesta di Slp Cisl, Uil Post, Confsal comunicazioni e Ugl di discutere e condividere questo progetto, l'azienda è stata capace solo di chiudere ogni porta e disponibilità al confronto (contravvenendo così anche alle regole contrattuali), costringendo le organizzazioni sindacali alla logica rottura delle relazioni industriali in Lombardia.
«Poste Italiane - continua Tancredi - ha dimostrato così ancora tutta la propria ottusità ed incapacità: infatti, oltre a causare una forte confusione fra tutti i lavoratori, dà prova di una forte sottovalutazione del grande valore della condivisione, vera ed importante anche di fronte alla realizzazione dei progetti di cambiamento aziendali, che solo con la partecipazione e condivisione attiva dei lavoratori possono essere realizzati appieno e portare a risultati concreti utili a tutti, collettività e azienda. Invece in Poste le decisioni continuano a cadere dall'alto senza tener conto né della realtà lavorativa e personale degli individui coinvolti, che siano i lavoratori o la clientela e la realtà produttiva di un territorio».
Inoltre continuano a rimanere del tutto oscure le ragioni vere di questo progetto di riordinamento, soprattutto di fronte ai veri problemi che da tempo non trovano risposte in Poste Italiane, primo fra tutti la forte carenza di personale che sta rendendo infrequentabili da parte della clientela e di tutta la collettività gli uffici postali per le lunghe code e i tempi d'attesa a cui un cliente deve sottostare per effettuare la più banale operazione.
«Tutto perché non si è in grado o non si vogliono affrontare i veri problemi: carenza di personale sempre più ampia e procedure burocratiche sempre più articolate e complesse a cui i lavoratori devono adempiere giornalmente. Nonostante tutto questo, Poste sposta l'orario degli uffici postali al pubblico alle 8.15 con chiusura alle 13,45 (per gli uffici con la sola apertura antimeridiana e dalle 8.25 alla 19.10 per gli uffici aperti anche nel pomeriggio, riducendo ancora ulteriormente il tempo per le chiusure in carico ai colleghi). Si crede forse che intervenendo in questo modo le code spariranno e i tempi necessari per ogni operazione si accorceranno per magia? Noi sappiamo bene che non sarà così - conclude Tancredi - e che il disagio per i lavoratori e la collettività sarà sempre più elevato, per questo dichiariamo già l'apertura dello stato di agitazione (con lo sciopero dello straordinario e delle prestazioni che superano l'orario d'obbligo) dal 27 febbraio al 17 marzo e ci stiamo attivando con il supporto degli uffici legali, per valutare la possibilità di una denuncia per comportamento antisindacale».