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Poste e Governo, dialogo o confronto sulle liberalizzazioni in Poste

Il comunicato annuale dell'AGCM è stata l'occasione per rilanciare alcune proposte sulle liberalizzazioni segnalate dall'Antitrust al Governo come priorità e tra queste c'è lo scorporo di Poste Italiane.
Fino ad oggi il Governo si è mosso molto poco sui "Poteri Forti" preferendo prendersela con i cittadini "normali", dove più è difficile difendersi od opporre resistenza.
Adesso arrivano le prime indiscrezioni sulle prossime misure di liberalizzazione che il Governo si appresta a mettere in campo entro la fine del mese.
Da parte dell'Antitrust c'è stata la presentazione delle proposte per la formulazione della "Legge annuale sulla concorrenza" (visibile nel sito dell'AGCM all'indirizzo internet www.agcm.it) ed è stato questo il veicolo che ha dato la stura alle prime indiscrezioni in merito alla necessità di dare priorità ad alcuni provvedimenti ritenuti indispensabile per aprire il ventaglio delle liberalizzazioni e ridare così fiato all'economia stagnante del paese.
Alcune frasi pronunciate dai Ministri del Governo "Monti" danno conferma del prossimo avvio di alcune misure e fra queste potrebbe essere inserita Poste Italiane che per l'Antitrust deve “...delimitare il perimetro del servizio universale limitandolo esclusivamente a quei servizi essenziali che l’utente non sarebbe altrimenti in grado di acquistare a titolo individuale, individuati dall’Autorità di regolazione preposta. Va inoltre ridotta la durata dell’affidamento del servizio stesso a poste (attualmente fissata a 15 anni). L’esenzione Iva non va inoltre applicata alle prestazioni di servizi postali le cui condizioni siano oggetto di negoziazione individuale.
Quanto all’attività di Banco Posta, per l'AGCM occorre prevedere la costituzione di una società separata da Poste Italiane, che abbia come oggetto sociale lo svolgimento dell’attività bancaria a pieno titolo e che risponda ai requisiti della normativa settoriale contenuta nel Testo unico bancario”.
Tale conclusione - ove attuata - comporterebbe gravi ripercussioni nell'organizzazione aziendale, ma soprattutto costituisce la conferma di quando da NOI sempre sostenuto e cioè che i lavoratori del Bancoposta (compresi gli sportellisti assimilabili ai "cassieri") vengono retribuiti come "postali" nonostante svolgano servizi di tipo "bancario" come gli altri dipendenti degli Istituto di Credito, pur non godendo di analoghi riconoscimenti di carattere economico; una anomalia destinata a fare schizzare prossimamente i costi dei dipendenti di Poste Italiane.