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Foligno, Poste Italiane aveva trasferito la dipendente indagata a Perugia nel novembre dello scorso anno

Foligno, Poste Italiane aveva trasferito la dipendente indagata a Perugia nel novembre dello scorso anno

Foligno (Perugia) - La dipendente di Poste italiane indagata per essersi appropriata di almeno 400 mila euro sottratti dai libretti postali alcuni risparmiatori del folignate era stata trasferita nel novembre scorso dalle sedi in cui ha sottratto i soldi ad un ufficio di Perugia in seguito ad un controllo interno di Poste. Un controllo di routine. Un controllo in cui gli ispettori potrebbero essersi resi conto che qualcosa non andava. E per questo aver deciso di mandarla via da quelle sedi in cui stava da moltissimi anni.
La prima denuncia La prima a mettere in moto le indagini sarebbe stata una denuncia di un risparmiatore, forse arrivata in segutio al trasferimento, che sicuramente deve aver sollevato qualche interrogativo. Anche perché altrimenti non sarebbe chiaro come l’uomo si sia accorto che qualcosa non andava visto che la dipendente aveva fatto delle fotocopie per sottrarre i soldi dai libretti, in modo che i proprietari non potessero accorgersi di nulla.
Portava anche la pensione a casa Un mare di soldi, almeno 400mila euro sottratti a persone che si fidavano di lei. Perché negli uffici di Poste delle montagne del folignate lei era sempre disponibile. Se c’era bisogno portava anche la pensione a casa. Aveva scelto bene le sue vittime. Perché sapeva che loro non controllavano praticamente mai i loro libretti, svuotati per pagare viaggi, auto ma soprattutto vestiti e accessori firmati.
Forse ruba da un decennio La cosa potrebbe anche andare avanti da un decennio. Non è ancora stato stabilito in quante operazioni ha sottratto tutto quel denaro dagli almeno dieci libretti postali accertati fino ad ora. Una cosa certa però c’è, e cioè che prima dell’avvento dell’euro non avrebbe potuto fare determinate operazioni.
I libretti fotocopiati Lei invece ha fotocopiato i libretti e ha utilizzato le fotocopie per fare i prelievi. In questo modo i libretti del cliente rimangono immacolati, ma naturalmente dentro c’è depositato molto di meno di quello che effettivamente risulta scritto. Più nello specifico, ogni libretto di deposito ha due numeri di riferimento, uno del libretto vero e proprio e uno detto numero economale, il primo scritto sul fronte e il secondo sul retro del libretto. Quando i libretti vengono immessi negli appositi macchinari , il lettore legge i due numeri e mostra la movimentazione del conto, ma se ad esempio non legge uno o entrambe i numeri, le impiegate hanno la possibilità di inserire a mano entrambi i codici e procedere con l’operazione. Ed è su questi fogli bianchi fanno tutte le movimentazioni creando una contabilità parallela.
L’interrogatorio col pm E di questa contabilità parallela ha intenzione di rendere conto al pubblico ministero titolare dell’indagine Giuseppe Petrazzini a cui ha chiesto tramite il suo legale David Zaganelli di essere sentita. Ha già reso noto la volontà di spiegare come e quando ha sottratto tutti quei soldi. Forse il perché potrebbe rimanere un mistero. Come può aver pensato che nessuno mai si sarebbe accorto di nulla? Che non si sia neanche mai posta il problema?