Scurcola Marsicana (L'Aquila). Da lunedì mattina la serranda dell’ufficio postale di Scurcola Marsicana è chiusa. La causa? Guasto tecnico. Questa l’unica informazione data attraverso un semplice cartello ai cittadini che dall’inizio della settimana aspettano di poter pagare le bollette e ritirare la pensione. Il primo cittadino, Vincenzo Nuccetelli, ha chiesto spiegazioni in merito alla direzione generale ma nessuno ha saputo dirgli nulla. “In una cittadina di 3mila abitanti non può restare per cinque giorni con l’ufficio postale chiuso”, ha spiegato il sindaco Vincenzo Nuccetelli, “ci arrivano centinaia di segnalazioni ogni giorno da parte dei cittadini ma non sappiamo dare una risposta. Abbiamo chiamato decine di volte la direzione provinciale delle Poste per avere un chiarimento in merito ma ci dicono soltanto che ci sono dei problemi tecnici. Il funzionamento a singhiozzo e la chiusura di 5 giorni spero non sia l’anticamera di una riduzione del servizio”, ha concluso Nuccetelli, “chiederemo un incontro al più presto con i responsabili provinciali di Poste Italiane per capire cosa sta accadendo”. La situazione non cambia di molto a Ovindoli. Attraverso una lettera inviata alle Poste Italiane s.p.a, al Ministero per lo Sviluppo Economico e, simultaneamente, ad alcune importanti società erogatrici di servizi (Enel s.p.a, Telecom Italia s.p.a, Equitalia Servizi s.p.a, So.g.et. s.p.a, ConEnergia s.p.a) il sindaco Pino Angelosante, palesa il suo disappunto per la cattiva amministrazione e gestione del servizio postale sul territorio di Ovindoli e frazioni. Un documento dal tono deciso, nonché rammaricato, nel quale il primo cittadino illustra gli innumerevoli disagi perpetrati da Poste Italiane, primo fra tutti la chiusura di degli uffici postali ubicati nelle frazioni di Santa Iona e San Potito. Tale decisione per assecondare la necessità della società di contenere costi e spese, noncurante delle esigenze dei cittadini residenti. La triste realtà che ne consegue vede anziani, disabili e lavoratori costretti a farsi letteralmente un “viaggio” per raggiungere l’unico ufficio postale funzionante, quello appunto di Ovindoli, ed espletare le ordinarie pratiche quotidiane. Ed è su questo aspetto che il sindaco non transige: “In conseguenza di tale drastico ridimensionamento del servizio offerto nella veste di utente e nella veste di sindaco di un Comune a vocazione turistica mi sarei aspettato ed avrei auspicato il perfetto funzionamento dell’unico ufficio rimasto operativo ed anzi un suo miglioramento e potenziamento, circostanza questa ben lungi dall’essersi verificata”. Anzi, alle file chilometriche ed alle continue lamentale di turisti e non, che hanno caratterizzato l’intera estate ovindolese, a causa della lentezza dei pochi operatori, del malfunzionamento dei terminali e di tante altre circostanze ostative ad un corretto servizio, si è aggiunto un episodio letteralmente surreale ed increscioso nello scorso mese di dicembre.Una interruzione vera e propria del servizio di recapito della corrispondenza, che si è protratto ben oltre il periodo delle festività e la fine dell’anno.Tale disservizio ha fatto sì che molti cittadini titolari di utenze riconducibili alle società erogatrici su citate o, a qualsiasi titolo, debitori delle altre, si siano trovati loro malgrado “morosi”, ricevendo fatture e moduli per il pagamento ben oltre la data di scadenza prevista negli stessi. Evidenti e spiacevoli, in virtù di quanto esposto, i danni non solo materiali, ma altresì morali a cui è stata sottoposta per incuria altrui, la comunità Ovindolese, apparentemente colpevole di ritardi non intenzionali. Episodi inaccettabili che spingono il primo cittadino a stigmatizzare senza mezzi termini l’operato di Poste Italiane, nonché a dare rispettiva comunicazione all’Autorità Giudiziaria competente affinchè si proceda per ipotesi di reato eventualmente ravvisabili nei fatti esposti.