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«Poste italiane non paga il premio ad un disabile»


Lagosanto (Ferrara) - «Con il nostro avvocato Alessandra De Rosa, ci siamo schierati a fianco delle famiglie Finessi - Barbini di Lagosanto, poiché riteniamo che stiano subendo un'ingiustizia da parte di PosteVita (il gruppo assicurativo PosteVita, appartenente al più ampio gruppo Poste italiane, opera nel campo assicurativo con prodotti vita e danni, ndr), con la quali erano state stipulate due polizze assicurative».
Carlos Dana presidente Amic (associazione nazional emutilati invalidi civili) di Ferrara prendendo le loro difese si propone due obiettivi: far riconoscere i loro diritti violati e rendere pubblica una situazione che certamente avrà danneggiato altre persone.
Per capire meglio, occorre, seppur a grandi linee, ripercorrere la vicenda nei dettagli. Il carabiniere Edmo Barbini di Lagosanto con figlio disabile e lui stesso con gravi problemi di salute, decide di investire i propri risparmi sottoscrivendo due polizze PosteVita, la prima a favore del nipote Marco Finessi e l'altra ancora per il nipote ed anche per il figlio Massimo che non essendo in grado di intendere e volere è seguito dallo zio Cesare Zagato come tutor.
Edmo muore nel 2007 e Marco, «sapendo di essere beneficiario di una sola polizza, informa PosteVita del decesso e dopo sette mesi incassa il premio - continua Dana - Ma stranamente l'assicurazione continua ad inviare al defunto estratti conto e solo dopo due anni con una lettera lo informa che è trascorso il tempo previsto e si sono persi i diritti per il rimborso». Qui entra in scena l'avvocato De Rosa che appellandosi articolo 2952 del codice civile (prescrizione in materia di assicurazione) «il quale sancisce sì il periodo di due anni per ritirare il premio, ma dal momento in cui si conosce l'esistenza della polizza».
«Intendo avviare un procedimento di causa civile - annuncia il legale - perché la risposta di PosteVita è stata decisamente assurda in quanto sosteneva di aver pubblicato questa clausola sulle maggiori testate giornalistiche che non arrivano certo in casa Finessi e Barbini. Nessuno di loro era al corrente di questa seconda polizza né PosteVita si è premurata di informarli, se non allo scadere dei due anni previsti». «Purtroppo questo meccanismo di procedere- conclude Dana - è standard».