Mantova - Posta recapitata a giorni alterni. Sindacati in allarme per la norma contenuta nel Contratto di programma di Poste italiane approvato sabato con la Finanziaria. L’articolo contestato rende possibile consegnare la corrispondenza un giorno sì e l’altro no «in tutte le aree geografiche o ambiti territoriali con una densità inferiore ai 200 abitanti per chilometro quadrato», ovvero le zone montane, ma anche rurali come buona parte della provincia di Mantova e «ridefinire la articolazione base del sevizio secondo criteri più economici». Tradotto, questo significherà, secondo i primi calcoli effettuati dalla Cgil, consegna a singhiozzo per circa 10 milioni di italiani in circa 5mila Comuni e un taglio di 5mila posti di lavoro.
«La norma ci preoccupa – spiega la segretaria della Slc-Cgil di Mantova Rita Bonizzi –. Al momento non sappiamo ancora come sarà applicata nella nostra provincia. Finora abbiamo visto solo delle simulazioni e degli studi generali che non indicano le singole aree da penalizzare. Ma consentire per legge la possibilità di un recapito dimezzato della posta significa in ogni caso formalizzare i disagi ed i disservizi che già oggi affliggono la consegna postale».
Per capire cosa potrebbe accadere nel Mantovano, va ricordato, che la nostra provincia ha una popolazione storicamente distribuita in piccoli agglomerati, mentre sono poche le areecon popolazione a forte concentrazione. La stessa intera provincia ha una densità media di 177 abitanti per chilometro quadrato, inferiore alla soglia dei 200 stabilita dal contratto di programma. Sotto quota 200 sono ben 57 Comuni su 70 e fra i primi 20 per popolazione, ben 12 sarebbero “a rischio”. Come Viadana (194 abitanti per chilometri quadrato), Goito (131), Asola (138), Gonzaga (187), Roverbella (137), San Benedetto Po (112), Marmirolo (184), Volta (147), Roncoferraro (115), Pegognaga (156) , Ostiglia (182) e Marcaria (78).
Contro le lettere a giorni alterni nei piccoli comuni sono già scese in campo diverse amministrazioni, come la provincia di Grosseto.
Il Contratto di programma firmato dall’ex ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani e dall’Amministratore delegato di Poste italiane Massimo Sarmi, è stato concepito lo scorso anno e formalizzato nel febbraio scorso. Dopo aver ricevuto il via libera del Comitato interministeriale per la programmazione economica (Cipe) è stato approvato (art. 33) all’interno della legge di stabilità votata sabato prima delle dimissioni del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. «Siamo fortemente preoccupati – conferma Graziano Benedetti della Slc-Cgil nazionale –. Dopo lo stop della consegna al sabato, temiamo che si vada a tagliare sui piccoli uffici».