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I correntisti: «Le Poste dovevano tutelarci»

Ventimiglia - L’arresto del consulente finanziario delle Poste centrali di Ventimiglia Francesco Di Benedetto, finito in manette con l’accusa di circonvenzione d’incapace ed il sospetto di aver circuito persone deboli e sole, probabilmente anche psichicamente labili, per farsi intestare titoli e ricevere donazioni a proprio favore, sta provocando molte reazioni a Ventimiglia. Da parte degli amici e conoscenti del consulente, in primo luogo, rimasti raggelati a causa delle accuse mosse nei confronti del ventimigliese. Ma soprattutto da parte dei clienti e dei parenti di anziani fruitori dell’ufficio postale. I quali temono di poter essere stati a loro volta vittime di qualche raggiro. A questo proposito sono numerose le telefonate giunte in queste ore al commissariato cittadino e allo stesso ufficio centrale delle Poste.
In questo contesto, va segnalata anche la presa di posizione ufficiale di Poste italiane, che assicura ai propri clienti di aver monitorato costantemente la situazione, alla luce anche delle polemiche delle scorse ore. E di una domanda circolata di bocca in bocca: «Visto che le indagini della polizia andavano avanti da tempo, per quale motivo il consulente è rimasto regolarmente al suo posto, per giunta in una posizione così delicata?».
Una domanda che ieri il XIX ha girato all’ufficio postale. E poi ai responsabili romani dell’ufficio ventimigliese. «Poste italiane - si legge nella replica - precisa che per evitare nocumento ed intralcio allo svolgimento delle indagini, d’intesa con l’autorità giudiziaria, ha costantemente vigilato sull’operato del dipendente. Nel rassicurare la propria clientela, Poste italiane chiarisce quindi che fin dal principio ha collaborato con l’autorità giudiziaria garantendo la riservatezza delle indagini nell’interesse anche dei cittadini».
Insomma, le Poste sapevano dell’indagine in corso. E negli ultimi mesi, mentre la polizia di Ventimiglia continuava a raccogliere indizi e prove utili all’incriminazione del consulente, hanno mantenuto il silenzio solo per non allarmare più del dovuto il dipendente stesso. Ed evitare dunque che vi potesse essere un inquinamento delle prove.
Ovvio, comunque, che a questo punto è auspicabile anche un’indagine interna, soprattutto per verificare il numero delle potenziali vittime del consulente, il quale poteva vantare un conto corrente con movimenti per svariati milioni di euro. E, a detta anche degli amici, pur increduli, un tenore di vita che in molti a Ventimiglia avevano già guardato con sospetto.
Dopo la precisazione, l’indagine interna delle Poste è attesa con ansia. Gli uffici postali, per quanto riguarda il deposito dei risparmi, sono infatti da sempre un punto di riferimento fondamentale soprattutto per la popolazione più anziana. La quale si rivolge allo sportello pubblico ritenendo ente e funzionari persone di assoluta fiducia.
Nelle prossime ore presso gli uffici del commissariato ventimigliese sono comunque attesi molti clienti e parenti di anziani utenti, chiamati a verificare che nei conti dei congiunti non vi siano strani ammanchi.