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Dipendenti postali sul piede di guerra: sit-in di protesta a Roma

Dipendenti postali sul piede di guerra: sit-in di protesta a Roma

Rimini - Anche sul territorio riminese continua la protesta indetta da SLP CISL, UIL Poste, UGL e SAILP nazionali con il blocco di straordinari e prestazioni aggiuntive per tutti i dipendenti di Poste Italiane.

Come Slp-Cisl di Rimini non possiamo tollerare più questa situazione e dopodomani, lunedì 24 ottobre, la nostra segreteria e gli attivisti sindacali di Rimini saranno presenti al sit-in di protesta che si terrà davanti al Palazzo delle Poste a Roma.

Dopo un’estate da dimenticare sul territorio di Rimini che ha visto la chiusura dei turni pomeridiani di molti uffici postali per sopperire alla cronica carenza di personale e messo a rischio la qualità del recapito con la riduzione degli stagionali estivi, ora siamo in presenza di un fenomeno che si ripete in maniera ciclica nella Società Poste Italiane: il lavoro aumenta, le persone diminuiscono, i premi ai dipendenti calano, quelli incentivanti vengono elargiti in maniera discriminatoria per aumentare a dismisura stipendi e premi ai dirigenti.

Per questo Slp-Cisl su tutto il territorio nazionale insieme ad altri sindacati di categoria ha detto basta e proclamato lo stato di agitazione che continuerà fino a quando l’azienda non avrà il coraggio di chiarire i molti lati oscuri di una dirigenza che si costruisce poteri e fortune con il sacrificio di molti e i soldi di tutti.

Sappiamo che c’è la crisi, è vero che tutti dobbiamo dare un contributo e fare uno sforzo in più, ma perché sempre e solo i lavoratori che stanno in prima linea?
Come mai, se da una parte viene sbandierato un utile di bilancio di un miliardo di euro, i dipendenti di Poste Italiane si sono visti decurtare a giugno il premio di risultato di circa 250 euro? Per alcuni manager, invece, il premio è stato pari a 11 anni di stipendio di un portalettere, come si spiega? Vengono promessi premi incentivanti ai dipendenti se raggiungono determinati budget, poi sistematicamente nonostante gli obiettivi raggiunti, vengono cambiate le carte in tavola e i soldi dei premi non ci sono più.
In questo clima lavorativo si studiano sistemi premianti ad personam che sono il risultato più evidente di un degrado morale e materiale che sta portando l’Azienda Poste verso il declino.

Oggi chi lavora in uno sportello postale oltre a svolgere i normali compiti (pagare pensioni, bollettini, proporre prodotti e via dicendo) è costretto a fare corsi di aggiornamento durante l’orario di lavoro, magari tra un cliente e l’altro, che l’azienda considera formazione. Inoltre deve fare le ferie secondo gli obiettivi di altri, gestire un sistema informatico spesso in tilt, accogliere comunque la clientela con un sorriso e quando è necessario dare anche una pulita all’ufficio in cui lavora, visto che le ditte scelte da poco lungimiranti appalti a ribasso, lasciano molto a desiderare.
Purtroppo anche il recapito sta perdendo di qualità. Basti pensare che mentre il dato demografico della provincia riminese aumenta, diminuisce il numero dei postini che dovrebbero servire una popolazione in crescita. Inoltre i motomezzi dovrebbero essere cambiati, in questi anni hanno accumulato km e ore su strada e costano più le riparazioni che i mezzi nuovi.
È evidente che tutto ciò penalizza il servizio e di conseguenza i cittadini, dato che è il frutto di una politica volta solo ed esclusivamente alla riduzione dei costi.

Come Sindacati vogliamo sapere se l’azienda Poste Italiane è una società sana, come risulta dai bilanci economici, o nasconde al suo interno problemi che mettono a rischio posti di lavoro e servizi ai cittadini.

Per questo come Slp-Cisl non possiamo restare a guardare e ci scusiamo sin d’ora con i cittadini se sul territorio si creeranno dei disservizi.