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Poste inadeguate, il sindaco di San Pietro a Maida ricorre alla magistratura

San Pietro a Maida (Catanzaro) - Stufo dei ripetuti e vani solleciti di adeguamento del locale servizio postale, l'ente sampietrese ha deciso di adire le vie legali per la tutela degli interessi della collettività nei confronti di Poste Italiane Spa. La comunità sampietrese da tempo lamenta disagi «per le carenze e le inadeguatezze dell'organico, assolutamente insufficiente - affermano gli amministratori municipali - rispetto alla varietà delle prestazioni fornite al pubblico».
Fin dal suo insediamento il sindaco Pietro Putame ha chiesto più volte a Poste Italiane il potenziamento dell'ufficio di San Pietro a Maida per ovviare alle difficoltà della comunità nella fruizione dei servizi postali, considerati carenti in rapporto alla popolazione, al «tessuto economico di rilevante importanza», alla dinamica imprenditorialità agricola e commerciale nonché penalizzanti soprattutto verso le fasce sociali più deboli.
Rispondendo a una nota informativa di Poste Italiane sulla liberalizzazione del settore postale, intesa come stimolo a una maggiore funzionalità, a luglio del 2009 il sindaco sottolineava all'azienda l'opportunità che la capacità e la competenza della stessa fossero accompagnate da un'adeguata struttura organizzativa in grado di tradurle in pratici risultati di efficacia ed efficienza. «La funzionalità tanto sbandierata ed evocata di fatto è inesistente - scriveva Putame- e stante la situazione attuale non lascia intravedere sbocchi migliorativi che possano far diminuire o eliminare le innumerevoli e quotidiane difficoltà che l'utenza in generale incontra nel rapportarsi con i servizi offerti dall'azienda, pur in presenza dell'unanime disponibilità e dell'impegno dei due dipendenti attualmente in forza presso l'ufficio postale. Si dà il caso che in effetti non manchino le capacità e le competenze - proseguiva il sindaco, dando voce alle proteste dei concittadini -, ma è il personale che non è sufficiente a garantire ed esaudire le giuste e legittime esigenze che la popolazione reclama di diritto».
A ottobre dello stesso anno s'interessò dei disagi postali sampietresi anche la direzione generale per la regolamentazione del settore postale del ministero dello Sviluppo economico che h afunzioni di vigilanza e controllo, sollecitando a Poste Italiane di verificare l'opportunità di interventi di razionalizzazione volti al ripristino di una normale funzionalità. Essendo rimasta sostanzialmente immutata la situazione, pur avendo inviato il sindaco lo scorso febbraio alla direzione provinciale delle Poste un telegramma di «profondo disappunto» per la riduzione del personale del locale ufficio postale e per il conseguente accentuarsi dei disagi per i cittadini, lo stesso Putame la scorsa primavera sentì il dovere di rappresentare queste difficoltà al prefetto Antonio Reppucci. Che subito invitò la direzione provinciale delle Poste ad adottare i provvedimenti di competenza con immediatezza e puntualità anche per tutelare l'ordine pubblico.
«Mi è stato fatto presente che, in assenza di provvedimenti necessari per garantire una normalità funzionale - rimarcò il prefetto - non possono essere esclusi eclatanti manifestazioni di protesta dei cittadini, la cui pazienza avrebbe superato ogni ragionevole limite». A fronte di tutto questo, oggi che cosa è cambiato? «Continuano a pervenire agli uffici comunali e direttamente agli amministratori - si fa notare - lamentele e segnalazioni di disagio». Da qui la decisione dell'esecutivo di rivolgersi alla magistratura.