Sito in costruzione...

Messaggeria Istantanea





Poste aperte a singhiozzo: Ogni giorno è un’odissea

Milano - Un ufficio postale non può appiccicare sulla porta «chiuso per ferie». Usa parole diverse, come queste: «Durante il periodo estivo questo Up resterà chiuso il 12-14-19-20-21-26-27-28 agosto». Totale: 8 giorni. Un po’ spezzettati, qua e là. Già inculcarseli nella memoria è difficile; peggio è se il 27 di agosto, per esempio, bisogna riscuotere o pagare. Soluzione? Obbigatoriamente suggerita dall’Ufficio Postale di Rosate, comune di 5.246 abitanti della cintura Sud di Milano: «Gli Up aperti più vicini sono ad Abbiategrasso o Noviglio». Nel primo caso 12,6 chilometri, nel secondo 3,9. Anche altri uffici postali lombardi in agosto hanno chiuso a singhiozzo o ridotto orari smistando altrove chi sbatte il naso sulla saracinesca abbassata e contento non è: «Le Poste vanno in vacanza. Ma si era mai visto prima?».

«Sempre stato così, da anni - replicano le Poste Italiane - in agosto c’è meno gente». «Diciamo che le Poste sono diventate un servizio flessibile in base alle esigenze aziendali e a quelle dei lavoratori». Spiegazione sindacale, sulle prime in linea con quella dell’azienda: «I provvedimenti di rimodulazione oraria, nel periodo estivo, sono introdotti in alcuni uffici postali al fine di adeguare l’offerta alla effettiva domanda di servizi e sono decisi sulla base di uno specifico monitoraggio dei volumi di traffico e flussi di clientela, rilevati nel tempo. Gli interventi sono adottati nel rispetto dei criteri stabiliti dalla normativa vigente, che garantisce adeguati livelli di accesso anche in periodi di flessione della domanda».
«Non è proprio così - spiega Pierangelo Daccò, il coordinatore regionale della Slc-Cgil, sindacato dei lavoratori - Le Poste sono in perenne riorganizzazione. Vero che alcuni uffici sono stati chiusi alcuni giorni o hanno ridotto gli orari dove c’è meno gente. Ma c’è carenza di organico cronica e per fare le ferie bisogna fare i salti mortali».
 
Intanto 15 giorni devono essere consecutivi per contratto. Difficile far tornare i conti delle aperture regolari se da quest’anno si è inserito in questa fila di cartelli appesi la chiusura definitiva di un’ottantina di uffici in tutta la regione. «L’anno scorso si sentiva meno il problema - commenta Daccò - se uno riduceva i giorni o le ore, c’era l’altro vicino che compensava l’assenza del primo. Ora uno ha chiuso definitivamente e l’altro non può assumere ma deve far fare le ferie ai lavoratori».
Le lamentele dell’utenza ci sono tutti gli anni, giurano alle Poste. «Ma quest’anno di più - conferma il sindacalista - c’è anche più gente a casa e il problema effettivamente si sente». La carenza d’organico del resto è strutturale e la volontà delle Poste di ridurre i costi è alta: «I piani che vengono presentati sulla carta sono di una settimana di chiusura e nella realtà, poi, i giorni magari raddoppiano. L’azienda ne approfitta per fare manutenzione. E comunque far quadrare i giorni di ferie non è un gioco da ragazzi in uffici piccoli».

Rinforzi? «Ma figuriamoci. Da tre anni l’unico accordo in vigore per le assunzioni in Posta riguarda i part time, figli di personale che rinuncia all’incentivo per andarsene in pensione a favore dell’assunzione del figlio. In Lombardia 60 sono entrati così».
Da settembre, fanno sapere le Poste, gli uffici a scartamento ridotto in agosto riprenderanno i regolari orari di apertura.