Una volta sono i giorni della pensione, un’altra quella delle scadenze di pagamenti, un’altra ancora è per l’affollarsi dei cittadini-automobilisti che si mettono in fila per presentare la domanda per il bonus carburante. Una cosa non cambia: la lunga fila che, di norma, agli uffici postali si è costretti a sobbarcarsi. Con chi sta dall’altra parte degli sportelli (sempre di meno) che devono svolgere mansioni per le quali, in passato, c’erano altre forze in campo. E lo sconcerto per la posta che ritarda? Per i portalettere «usa-e-getta»? Le Poste vanno bene, come annunciano i loro manager? Bene. E allora arrivano i «tagli». A breve saranno un’ottantina i «ghigliottinati» anche in Basilicata. In gran parte appartenenti alla categoria dei portalettere.
I dati che circolano fra dipendenti e sindacati non lasciano tranquilli: su 326 portalettere complessivi, in Basilicata dovrebbero essere tagliate 50 unità (35 in provincia di Potenza, 15 in quella di Matera). Oltre a 11 capisquadra. Altre 19 unità (su 37) dovrebbero riguardare le figure «tagliate» dal cosiddetto Centro prioritario (quello che un tempo era definito smistamento). E dire che in Basilicata Poste Italiane sembra andare più che bene anche in termini di raccolta del risparmio. E pensare che l’operazione della «bonus card» per i carburanti, come rilevano operatori (che ci chiedono l’anonimato), avrebbe meritato ben altra attenzione. Non certo quella di vedere inserita la Basilicata fra le prime cinque regioni (insieme a Toscana, Piemonte, Emilia Romagna e Marche) sulle quali calare la scure. Per quelle 220 mila card attivate presso gli uffici postali si è reso necessario assumere anche qualche dipendente in più («sei unità in provincia di Matera, tre in quella di Potenza»). Ma non può limitarsi a questo.
Il taglio dei portalettere significa la rinuncia di Poste Italiane a continuare svolgere un certo genere di servizi per l’utenza. Utilizzare un unico portalettere per paesi vicini - tenendo conto di distanze, orografia e collegamenti in Basilicata - vuol dire peggiorare il già discutibile servizio oggi offerto in diverse comunità. Per non dire che una delle concrete minacce future è quella di trovarsi con borghi privi di ufficio postale. O con un servizio ridotto da far venire il panico soprattutto alla popolazione anziana (quella che alle Poste tiene custodisce i propri risparmi e vi si reca per ritirare la pensione). Qualcosa non funziona.
I dati che circolano fra dipendenti e sindacati non lasciano tranquilli: su 326 portalettere complessivi, in Basilicata dovrebbero essere tagliate 50 unità (35 in provincia di Potenza, 15 in quella di Matera). Oltre a 11 capisquadra. Altre 19 unità (su 37) dovrebbero riguardare le figure «tagliate» dal cosiddetto Centro prioritario (quello che un tempo era definito smistamento). E dire che in Basilicata Poste Italiane sembra andare più che bene anche in termini di raccolta del risparmio. E pensare che l’operazione della «bonus card» per i carburanti, come rilevano operatori (che ci chiedono l’anonimato), avrebbe meritato ben altra attenzione. Non certo quella di vedere inserita la Basilicata fra le prime cinque regioni (insieme a Toscana, Piemonte, Emilia Romagna e Marche) sulle quali calare la scure. Per quelle 220 mila card attivate presso gli uffici postali si è reso necessario assumere anche qualche dipendente in più («sei unità in provincia di Matera, tre in quella di Potenza»). Ma non può limitarsi a questo.
Il taglio dei portalettere significa la rinuncia di Poste Italiane a continuare svolgere un certo genere di servizi per l’utenza. Utilizzare un unico portalettere per paesi vicini - tenendo conto di distanze, orografia e collegamenti in Basilicata - vuol dire peggiorare il già discutibile servizio oggi offerto in diverse comunità. Per non dire che una delle concrete minacce future è quella di trovarsi con borghi privi di ufficio postale. O con un servizio ridotto da far venire il panico soprattutto alla popolazione anziana (quella che alle Poste tiene custodisce i propri risparmi e vi si reca per ritirare la pensione). Qualcosa non funziona.