Salerno — Poste italiane decide di non replicare alla nostra inchiesta sui disservizi patiti dall'utenza in almeno tredici comuni del salernitano. Ieri, dalle pagine del nostro giornale, abbiamo ricostruito il calvario e le inefficienze degli uffici postali, da Angri a Sapri, attraversando le aree interne della sconfinata provincia salernitana. Ma Poste italiane, piuttosto che dare spiegazioni, tira dritto e annuncia una vera e propria rivoluzione nella rete di sportelli in tutta la Campania. Una questione che si estende a macchia d'olio. Si annunciano quindi tempi duri per i piccoli comuni. Nei prossimi giorni infatti, diciassette uffici postali saranno chiusi. Questa la decisione assunta da Poste italiane che ha già provveduto ad inviare una missiva ai sindaci interessati. Tutte economiche le motivazioni alla base della decisione.
Tre gli uffici che abbasseranno la serranda nell'avellinese: Cassano Caudino a Roccabascerana; Savignano Stazione a Savignano Irpino e Sorbo di Montella. Cinque le chiusure nel casertano: Carattano a Gioia Sannitica; Statigliano a Roccaromana; Torcino a Ciorlano; Vallelunga a Gallo Matese e Montanaro di Francolise. Drammatica la situazione nel salernitano; nove gli uffici che saranno chiusi. In costiera amalfitana, l'ufficio postale di Raito, a Vietri sul Mare; Giffoni Sei Casali nei Picentini. Nel Cilento: alla frazione Serra di Castelcivita; Casal Sottano, a San Mauro Cilento; Matonti, a Laureana Cilento; Ostigliano, a Perito; Vatolla, a Perdifumo; Celso, a Pollica. Razionalizzazione dei costi ed efficacia dei servizi. È questo l'obiettivo che Poste italiane sta perseguendo. Nella missiva ai primi cittadini viene chiarito che gli stessi uffici non «garantiscono più condizioni di equilibrio economico», nonostante gli sforzi messi in campo dall'azienda negli ultimi anni. In sostanza, in base ai dati di traffico e la fruizione di servizi e prodotti da parte della clientela, non ne è più giustificabile l'apertura, nell'ottica del contenimento dei costi e dell'efficiente gestione dei servizi che Poste italiane, assicura, manterrà intatta. La decisione assunta di concerto con l'Autorità di Settore è pienamente conforme ai criteri del decreto del Ministero dello Sviluppo Economico del 7 ottobre 2008. Insomma come dire: se nei piccoli Comuni c'è oramai poca gente non è mica colpa nostra.
Si arricchisce dunque di un nuovo capitolo una vicenda che oggi appare ancor più drammatica. Alle denunce di molteplici disservizi patiti nell'ultimo anno da moltissimi cittadini del salernitano, oggi, si replica con la decisione di abbassare le serrande. La dottoressa Martino, della filiale di Salerno, che ha competenza per l'area nord della provincia, interpellata sulla questione ha preferito non rilasciare dichiarazioni, rimandandoci al responsabile per la comunicazione di Poste italiane, area Campania e Calabria, il dottor Giuseppe Maiello. «Purtroppo la razionalizzazione dei costi, che investe anche le amministrazioni locali, impone decisioni, oserei dire, dolorose, alle quali è impossibile sottrarsi. Siamo disponibili a qualsiasi confronto e a recepire eventuali proposte che dovessero pervenire dai comuni per poter, in un futuro prossimo, trovare soluzioni a ripristinare uno status quo che, al momento, non è più possibile mantenere», riferisce Maiello. Addio dunque, almeno per adesso, alla mitica figura del postino. Chissà cosa ne direbbe il grande poeta cileno Pablo Neruda che nel 1952, confinato politico nell'sola di Salina, incontro Mario Ruoppolo, (Massimo Troisi nella versione cinematografica del postino di Neruda) un disoccupato figlio di pescatori, che venne assunto in qualità di postino, proprio per consegnare la posta al poeta.