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Poste... e non solo: 2012 per l'economia un anno difficile, all'orizzonte regressione

Mentre in Parlamento impazzano le lobby sul Decreto milleproroghe e le liberalizzazioni, all'euronona stime pessimistiche del PIL.
Il Parlamento italiano è impegnato a salvare le "caste" in nome degli interessi delle lobby che molti Deputati e Senatori rappresentano, pur di portare a casa il consenso che potrà comportare la futura rielezione.
Per i lavoratori ed i pensionati c'è stato sicuramente un impegno minore, nonostante gli evidenti errori commessi dal Governo sulla questione dei lavoratori esodati dalle aziende e lasciati privi dell'impiego e della pensione, oppure sul tetto dei pagamenti nei contanti, valido anche per le pensioni oltre 1.000 euro che costringerà gli "anziani" a dotarsi di strumenti finanziari per loro estranei, quali conti correnti, carte di credito, ecc..., a rischio dei malversatori.
Dall'eurozona le stime economiche per i mesi futuri suonano l'allarme rosso: la Grecia viene data a - 4,4, il Portogallo a -3,3 e l'Italia e - 1,3.
Ci aspetteremmo il massimo impegno della Politica, dei Governanti e delle Parti sociali, ma questo c'è solo fino ad un certo punto..., certamente non per nostra colpa.
Eppure in molti casi è l'Italia ad essere avanti sulle stime a livello europeo, come ad esempio per le giornate lavorative: siamo avanti rispetto alla Svezia, Portogallo, Germania, Danimarca, Norvegia.
Ma ritornando a Poste italiane ci piacerebbe tanto che la "nostra azienda" desse vita ad un "patto sociale" che rilanciasse concretamente "sviluppo" ed "occupazione" con un occhio più sugli investimenti, piuttosto che sui ricavi.
La concorrenza nel ramo finanziario si farà sempre più agguerrita e questo asset di Poste Italiane sta dando tutto il possibile (...non riuscirà a fare di più) a meno di lanciare idee e proposte nuove con il concorso dei lavoratori e del sindacato e nel frattempo dobbiamo fare i conti con le scelte sbagliate del management (gioco on line, flotta aerea, ecc...).
Chiedere una retribuzione più consona al ruolo della categoria che rappresentiamo (Bancari-Postali oggi pagati come "postini") ci sembra un principio di giustizia sociale con cui dovere fare i conti (meno premialità incontrollata e più remunerazione trasparente).
L'azienda dovrebbe dare spazio ai "talenti" quelli veri e valorizzare il lavoro con compensi più equi, anche in tempi difficili, per dare impulso alla motivazione e creare le migliori condizioni di "clima" e per una ritrovata serenità.