Sito in costruzione...

Messaggeria Istantanea





Poste Italiane, 1 mld di utile ma risparmia sui lavoratori

cassetta delle lettere
 
Parma - Code interminabili davanti agli sportelli, lettere e bollette che latitano nelle cassette o arrivano in ritardo. Da una decina di giorni il servizio offerto da poste italiane è notevolmente peggiorato. La causa è il lungo sciopero che si protrarrà fino al 30 del mese, ma pochi sono a conoscenza della cosa. L'azienda infatti non ha comunicato all'utenza i possibili disservizi legati all'iniziativa. “Poste Italiane è un azienda pubblica – asserisce Angelo Fiorillo, segretario provinciale di SLP-CISL – pertanto deve sottostare a delle regole e avvisare almeno 5 giorni prima dell'inizio dello sciopero i modi e i tempi di erogazione dei servizi durante”.
L’iniziativa è partita da SLP CISL, UIL POSTE e CONFSAL COM per protesta contro il mancato adeguamento del premio di risultato. Ma lo stato delle cose all’interno dell’azienda mostra gravi carenze anche sul resto.
Lo sciopero prevede che i portalettere non svolgano più attività straordinarie nel caso di malattia di un collega e che il personale negli uffici postali non lavori più dopo l’orario stabilito, seguendo alla lettere il regolamento. Quindi per tutto ottobre i disagi saranno maggiori.
1 mld di utile, ma il premio di risultato è stracciato
L’attuale premio di risultato è di 1800 euro lordi l’anno. Alla richiesta di alzarlo di un centinaio di euro – ossia 1900 euro per il triennio 2011-2013 - Poste Italiane ha fatto orecchio da mercante. Non solo la cifra non è stata modificata come pattuito, i lavoratori “non hanno ricevuto l'intero pagamento del premio da cui è stato scorporato una parte dell'utile”, spiega Daniela Campanini segretaria di UIL POSTE. Quel che più rode ai lavoratori e ai sindacati è il bilancio positivo con cui l'azienda ha chiuso: “In tempo di piena crisi Poste Italiane ha ricavato un utile di 1 mld di euro – spiega Fiorillo – nonostante ciò l'azienda non mostra di voler reinvestirne una parte per migliorare le infrastrutture e le condizioni dei dipendenti”. Una carenza che si insinua in tutta la struttura arrecando gravi carenze. “Eppure i dirigenti hanno avuto lauti premi – accusa Fiorillo – con importi pari a 11 anni di stipendio di un normale lavoratore postale!”.
Portalettere, tra biciclette e palmari scarichi
La carenza di finanziamenti ha conseguenze rilevanti su tutti i livelli, nonostante la buona volontà dei dipendenti che regalano ore di lavoro.
Tanto per cominciare manca il personale. Nella nostra regione si avrebbe bisogno di altri 350 lavoratori; nella provincia di Parma sono oltre 800, contro i 1200 nella metà degli anni '90; “Parma ha circa 150 zone da ricoprire con altrettanti portalettere – spiega Fiorillo – ma a questi ne andrebbero aggiunti altri di scorta in modo da coprire ferie, malattie o maternità ma il numero disponibile non è sufficiente e se un postino si assenta i colleghi sono costretti a dividersi il lavoro nella sua zona”. Cosa che non avverrà per il mese di ottobre per via dell'adesione data allo sciopero. “Altro inconveniente sono i palmari che servono per la tracciabilità delle raccomandate – denuncia il segretario di SLP CISL –, le batterie in dotazione hanno un anno di vita ma non sono state redistribuite facendo venire meno un servizio promesso”.
Ma la beffa per i postini non si ferma qui. A Parma è stato messo per iscritto che in caso di malfunzionamento dei veicoli è necessario consegnare la corrispondenza in bicicletta. Va da sé che il giro è più lento e spesso non viene terminato.
In ufficio non va meglio
“Gli sportellisti non chiacchierano, aspettano che il terminale compia le operazioni richieste dal cliente - chiarisce Daniela Campanini – perché il nuovo sistema informatico SDP è più pesante del precedente e la banda messa a disposizione non è sufficiente, comportando così rallentamenti importanti”. Fino a bloccarsi nelle ore di punta.
A questi disagi si accodano stampanti vecchie e la questione sicurezza. “I dipendenti devono entrare alle 7,55 e aprire le porte al pubblico alle 8 – chiosa Massimo Menta di Confsal Com – ma a causa degli strumenti obsoleti spesso si impiegano 15 minuti perché cassa e computer siano attivi e accade che le casse siano riempite davanti agli occhi di tutti con la possibilità che avvenga una rapina. I lavoratori spesso aprono prima per evitare l'inconveniente, ma se un furto avvenisse prima delle 7.55 mentre si è dentro la responsabilità ricadrebbe sui dipendenti. É paradossale”.
Il lavoro degli sportellisti non è fluido e quindi spesso sono costretti a sbrigare le incombenze anche dopo l'orario di chiusura. Con l'adesione allo sciopero ci sarà la stretta osservanza del regolamento. “Non è possibile fare un bilancio preciso della partecipazione all'iniziativa – precisa Fiorillo – ma è sicuramente positiva: tra i portalettere si può parlare di un 80% di adesioni, mentre per gli sportellisti èdi circa il 50% ”.
In definitiva è inutile prendersela con i dipendenti, come quasi sempre succede, il problema sta a monte.