"La Stampa"
Lo sapevate che l’Italia è all’avanguardia nel sistema delle raccomandate online? E che alcuni ingegneri italiani stanno collaborando per mettere a punto un impianto di spedizione simile in Francia? Un risultato importante che però il governo sembra non voler promuovere più di tanto, anzi, c’è chi alla raccomandata aveva fatto il funerale prima del tempo. Il ministro Brunetta per esempio ne pronosticava la morte a beneficio della posta elettronica certificata. A tutt’oggi però continua a godere di ottima salute, tant’è che anche gli enti pubblici sembrano preferire la raccomandata alla pec.
La cosa però non è piaciuta al senatore Franco Bruno di Alleanza per l’Italia, che ha presentato una interrogazione al ministro Romani, chiedendo che l’uso della raccomandata online diventi obbligatorio per tutti gli enti pubblici, a vantaggio dei cittadini, del traffico postale, degli sprechi e della lotta alla riduzione dell’inquinamento. Bruno cita numeri: ogni anno vengono spedite in Italia 250 milioni di raccomandate, di cui 24 milioni da enti pubblici.
Dati stratosferici, che però comparati alla difficoltà che incontrano loro malgrado i cittadini nell’utilizzo della pec come strumento, con valore legale, per comunicare con la PA, non sorprendono più di tanto. Meglio la vecchia, classica e sicura raccomandata consegnata dal postino, soprattutto quando la puoi fare, in maniera molto semplice, stando comodamente seduti a casa davanti ad un pc. Lo dice anche Poste Italiane che in questi giorni sta promuovendo il servizio di raccomandate online già conosciuto e utilizzato da cittadini e da imprese: la raccomandata parte dal computer e arriva cartacea. Praticamente l’utente la istruisce on line e Poste pensa a stamparla e recapitarla al destinatario.
Lo stesso servizio offerto da Posta Pronta, che sul suo sito, insieme a Legambinete, sottolinea come, oltre ad evitare al cittadino file chilometriche, sia anche vantaggioso per l’ambiente: 150 gr di CO2 risparmiati per ogni raccomandata online spedita. Insomma, sembra proprio che la rivoluzione burocratica della posta elettronica certificata, nata per surclassare la raccomandata tradizionale, sia rimandata a data da destinarsi.